Intimidazione al Caffè Minotti di Frosinone, parla il legale: «Dietro c'è un'azione estorsiva»

Intimidazione al Caffè Minotti di Frosinone, parla il legale: «Dietro c'è un'azione estorsiva»
di Marina Mingarelli
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Mercoledì 29 Dicembre 2021, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 15:17

Ci sarebbe una richiesta estorsiva dietro l'aggressione e il successivo raid ai danni di Vincenzo Minotti proprietario dell'omonimo Caffè di via Marittima, tra i più noti di  Frosinone. A dirlo a chiare lettere è l'avvocato Giampiero Vellucci incaricato dalla famiglia proprietaria del locale per seguire il caso su cui ora sta indagando la Squadra Mobile.

I fatti si sono verificati il 24 dicembre quando un soggetto, di cui non si conoscono ancora le generalità, si è presentato in via Marittima dicendo al proprietario che se non avesse sborsato una certa somma di denaro gli avrebbe danneggiato il suo locale. Vincenzo Minotti non ha ceduto ala presunta richiesta di soldi e sarebbe stato malmenato. Il giorno dopo l'imprenditore sulla propria pagina Facebook ha raccontato quanto accaduto pubblicando anche una foto che lo ritraeva con un occhio tumefatto: «Alla Vigilia di Natale ho subito una aggressione da un noto delinquente che vuole mettere in soggezione me e la mia famiglia. Ho già allertato le forze dell'ordine. Basta, basta, basta con i soprusi e minacce ripetute».

La mattina successiva l'imprenditore ha trovato ben cinque vetrine del suo locale sfondate.

Le telecamere del locale hanno ripreso due persone, con il volto coperto dalle mascherine, mentre erano intente a danneggiare le vetrate.

Il legale: «Non è stato solo un dispetto»

Dietro il raid non ci sarebbe soltanto un dispetto, come ha voluto precisare l'avvocato Vellucci rivolgendo un appello all'autorità giudiziaria e alle forze dell'ordine: «È un fatto gravissimo, la cui portata non deve essere sottovalutata, né minimizzata, commesso in piena notte e nel pieno delle festività natalizie così da aumentarne gli effetti intimidatori - dichiarato il legale - Non si è trattato di un semplice dispetto ma di un'azione estorsiva in piena regola, poste in essere vigliaccamente, in danno di un imprenditore la cui colpa è stata solo quella di non aver ceduto ai ricatti e di aver difeso la storica attività di famiglia, che costituisce un fiore all'occhiello per la nostra città. Confidiamo nell'operato della magistratura e degli inquirenti affinché tali episodi vengano stroncati sul nascere».

Secondo questa ricostruzione, quindi, tutto lascia pensare a una presunta richiesta del pizzo. «Tu mi dai soldi e io non ti rompo le scatole», tradotto in termini più semplici.

Il raid notturno ripreso dalle telecamere

Una denuncia pesante per quale gli agenti della Squadra Mobile dovranno trovare i riscontri. Gli agenti stanno visionando le immagini estrapolate dall'impianto di videosorveglianza installato all'interno del locale e quelle delle telecamere esterne installate dal Comune di Frosinone. Gli uomini agli ordini del dirigente Flavio Genovesi stanno cercando di individuare i due soggetti che appaiono davanti alle vetrate intenti a mandarle in frantumi. Non un semplice atto vandalico, secondo quanto riferito dal legale della famiglia Minotti ma una intimidazione in piena regola eseguita su commissione di un mandante. Il noto delinquente di cui parlava Vincenzo Minotti nel post su Facebook? E Minotti è stato il solo a subire simile richieste? Anche questo dovrà appurare la polizia.

Qualche anno fa un altro bar del centro era stato oggetto di simili prepotenze ad opere di personaggi del capoluogo noti alla giustizia. In quel caso una delle aggressioni venne immortalata dalle telecamere interne al locale e gli autori vennero identificati e denunciati.
 

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