Bonifica Valle del Sacco, intervista al ministro Costa: «L'accordo è un modello da seguire»

Bonifica Valle del Sacco, intervista al ministro Costa: «L'accordo è un modello da seguire»
di Pierfederico Pernarella
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Venerdì 8 Marzo 2019, 20:31
Prima la schiuma nel fiume, poi l’accordo per il risanamento della qualità dell’aria, ora il patto per le bonifiche nella Valle del Sacco. Nel governo giallo-verde, in questi mesi, è stato il ministro all’ambiente, Sergio Costa, tra più presenti sulle questioni della provincia di Frosinone. Proprio lui che, come ha rivelato lo stesso durante l’incontro di ieri in Prefettura, ha legami di famiglia con la Ciociaria, in particolare con la zona di Casamari. Coincidenze a parte, l’Accordo sul Sin Valle del Sacco è il primo di cui si è occupato il Ministero all’Ambiente sotto la sua guida.

In cosa il Sin Valle del Sacco e l’Accordo di programma siglato oggi si distinguono dagli altri? Possono rappresentare un modello?
«Sì, assolutamente, rappresentano un modello. Per la prima volta vengono scadenzati gli interventi, viene introdotta un’indagine epidemiologica per gli abitanti e le penali per chi non dovesse rispettare le scadenze imposte».

Per quale ragione la gestione è tutta in capo alla Regione?
«Nel rispetto del principio di prossimità ambientale, la Regione è il soggetto più vicino al territorio che comprende 19 comuni e più di 230mila cittadini. Proporzioni e gravità della compromissione ambientale che rendono questo Sin tra i più inquinati d’Italia. Il Ministero dell’Ambiente è il soggetto finanziatore e coordinatore».

Perché nel comitato di controllo non è stata prevista una rappresentanza dei Comuni?
«La partecipazione dei Comuni è comunque garantita attraverso i loro interventi come invitati al comitato. Tutta la procedura prevista dall’Accordo è scritta all’insegna della trasparenza e della partecipazione non solo dei comuni ma di tutti i cittadini e le associazioni».

Nell’Accordo si parla di caratterizzazione e messa in sicurezza, una bonifica vera e propria è prevista solo la Caffaro di Colleferro. Quando e come potranno essere previsti anche interventi di fitodepurazione oppure la rimozione dei rifiuti dall’ex discarica di via Le Lame di Frosinone, tanto per citare qualche esempio?
«Premesso che il responsabile dell’attuazione è la Regione, un’indicazione di massima si trova nel cronoprogramma, dove si dice che l’esecuzione degli eventuali interventi di bonifica o di messa in sicurezza permanente avranno inizio ragionevolmente alla fine del 2020. I cittadini hanno una certezza: al 2023 l’intervento sarà terminato. Ed è una garanzia che fino ad ora non avevano mai potuto avere. Ulteriori elementi di dettaglio rispetto a quanto scritto nell’accordo verranno decisi dal Comitato di Indirizzo e Controllo e pubblicati sul sito ad hoc che verrà realizzato. Bisogna precisare che la fitodepurazione è sperimentale e di competenza della Regione, e proprio per questo non può essere considerata bonifica».

Le imprese lamentano gli ostacoli burocratici per il rilascio di autorizzazioni anche semplici nell’ambito del Sin: come affronterete il problema?
«È un problema che abbiamo immediatamente affrontato, appena insediati. Le imprese si lamentano e hanno ragione, ma sono anche i cittadini a lamentarsi giustamente perché sulla maggior parte dei Sin eravamo all’anno zero. Ho formato una commissione per la sburocratizzazione composta da imprenditori e dirigenti pubblici che stanno studiando i procedimenti e a breve proporranno tutti gli interventi necessari a sburocratizzare le bonifiche e non solo. È una vera rivoluzione e i risultati arriveranno a stretto giro».
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