Pontecorvo, bestemmie alla processione l'indignazione, don Eric: «Gesto ingiustificabile, maggiore impegno educativo»

Il sindaco Anselmo Rotondo dopo il dispiacere e la censura per l'accaduto, ha lanciato un appello: «Chi sa parli»

La processione del Venerdì Santo, al centro don Eric Di Camillo
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 11 Aprile 2023, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 07:34
Indignazione e condanna unanime per quanto accaduto venerdì scorso a Pontecorvo, quando, durante la processione del Cristo Morto, sono state urlate bestemmie.
L'episodio di blasfemia è avvenuto durante la benedizione, alla città e ai malati, che i sacerdoti della comunità locale stavano impartendo dalla Casa Salute, alla presenza di centinaia di fedeli e delle autorità civili e militari. Su quanto avvenuto nel giorno di Pasqua è intervenuto don Eric Di Camillo.
«In merito a quanto accaduto al termine del passaggio della processione del Venerdì Santo, la comunità di Pontecorvo esprime la disapprovazione e la costernazione per un comportamento ingiustificabile», ha spiegato il parroco della concattedrale di San Bartolomeo. «L'auspicio - ha aggiunto - è quello di un maggiore impegno nel compito educativo da parte delle singole famiglie, di tutte le istituzioni e in particolare della stessa comunità Cristiana». Condanna e impegno educativo quello che prongono i parroci della cittadina fluviale.
Il sindaco Anselmo Rotondo dopo il dispiacere e la censura per l'accaduto, ha lanciato un appello: «Chi sa parli», dice. Poi aggiunge: «Lancio un appello accorato sia a coloro i quali hanno informazioni per individuare gli autori del gesto, ma anche ai diretti interessati: redimetevi, chiede scusa ai fedeli e alla comunità che la rappresenta. Noi siamo cristiani cattolici, crediamo e siamo praticanti. Chi non crede può anche tacere, ascoltare bestemmie durante la processione del venerdì è deplorevole», ha concluso il primo cittadino. Tra gli amministratori era presente l'assessore alla Sanità Gianluca Narducci.
«Un offesa a tutti i fedeli e ai malati presenti nell'Unita di degenza infermieristica, mi auguro che i responsabili siano individuati», ha dichiarato l'assessore Narducci.
Tanti i commenti dei cittadini sui social che, unanimemente, si è scagliata contro gli autori della plateale imprecazione. «Non mettiamo avanti la bravata dei ragazzi annoiati, questa è maleducazione e mancanza di rispetto verso chi crede», ha scritto un uomo. «Lo hanno fatto per dispetto. Sono arrivati, hanno bestemmiato e sono scappati», ha aggiunto una donna. «Libertà di maleducazione condita a greve mancanza di rispetto! Il non credere non giustifica l'offesa alle credenze altrui», infine.
LA RICOSTRUZIONE
A ricostruire l'accaduto sono stati i carabinieri. Nel corteo religioso era presente il comandante della stazione dei carabiniere, il luogotenente Mauro Scappaticci, il quale è subito intervenuto, assieme ad alcuni colleghi, per individuare gli autori della blasfemia. Complice la folla e la penombra dei bastioni della villa comunale sono riusciti a farla franca. Il codice penale: punisce «chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità e chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti». Questo reato (depenalizzato e sanzionato ora con una multa da 51 a 309 euro) che i carabinieri della stazione di Pontecorvo applicheranno nel caso in cui gli autori, presumibilmente giovani, siano individuati.
 
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