Gavettoni e bestemmie davanti alla Collegiata di Isola Liri, il parroco scende in strada: «È assurdo»

Lo sfogo di don Alfredo Di Stefano: "Dopo che li ho rimproverati, i ragazzi hanno continuato come se nulla fosse"

Gavettoni e bestemmie davanti alla Collegiata di Isola Liri, il parroco scende in strada: «È assurdo»
di Gianpiero Pizzuti
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Sabato 10 Giugno 2023, 09:13

Una goliardica battaglia di gavettoni nel centro storico di Isola del Liri diventa spunto di riflessione per don Alfredo Di Stefano, che l'altro pomeriggio davanti alla sala Agape, di spalle alla Collegiata di San Lorenzo, è sceso in strada dopo l'ennesima bestemmia.

«Stavano giocando a gavettoni racconta l'arciprete riempivano i palloncini nella fontanella che fa angolo tra la chiesa e la mia abitazione. Il fatto di giocare per strada è di per se simpatico, qui lo fanno perché l'area è chiusa al traffico è solo per i residenti, per cui le macchine che circolano sono poche e i ragazzi possono scorazzare per i vicoli in tutta tranquillità. Sono stato infastidito, però, dalle bestemmie, troppe, un continuo, incessanti e sono sceso. Quando mi hanno visto anziché fermarsi, non che mi dovessero chiedere scusa, ma quantomeno che cambiassero atteggiamento, moderassero il linguaggio, ma neanche a dirlo hanno continuato come se fossi stato trasparente». E' rammaricato Don Alfredo, i processi educativi per la crescita di nuove generazioni hanno bisogno di una gestazione lunga, che sappia indicare la via maestra della vita.

L'APPELLO

«Credo che il linguaggio sia segno dei tempi e cartina di tornasole di umanità e di sensibilità di un territorio, che ha bisogno di elevare il suo livello culturale, con attività varie, incontrando le nuove generazioni continua Don Alfredo - A volte ci troviamo insieme a persone che bestemmiano.

Qualcuno prova a dire che questa cosa dà fastidio, e a far notare che, anche se loro non sono credenti, è di cattivo gusto; ma non si ottiene granché. Un costume diffuso solo tra le persone grandi? E allora non ci si può che rattristare dinnanzi all'incontrastata proliferazione della bestemmia, soprattutto tra i ragazzi, mi riferisco a coloro che frequentano le classi elementari e medie, sempre più diffusa ultimamente, tra i vicoli della città e nei campi estivi, a volte anche nelle ricreazioni a scuola». L'esempio dovrebbe partire dai più grandi.

«Gli adulti sono spesso nervosi e impazienti ed elaborano, con facilità, un linguaggio vivace, con mancanza di rispetto, vedi il semplice parlare male di tutti, con tonalità forti e i piccoli ascoltano, imparano, ripetono, a casa o fuori, e nessuno interviene, correggendo e spiegando. È sotto gli occhi di chiunque, che non esiste alcun ambiente o ceto, immune da questa incivile piaga sociale. La bestemmia, ancor prima di mancare di rispetto ai sentimenti e ai valori religiosi, offende il comune sentire delle più elementari regole di convivenza. Colui che bestemmia non offende solo Dio, la Madonna, i santi, i morti, e quindi ogni buon credente, ma semplicemente mi sembra di poter dire che chi ha tale "abitudine" è persona vuota di valori, di contenuti, di linguaggio, di argomentazioni, di sostanza, non una persona civile, matura, rispettosa e saggia».

In una sua omelia Don Alfredo aveva esortato a non dare i compiti durante il weekend per restituire ai ragazzi la bellezza di stare insieme. «Adesso nel periodo estivo - conclude - impegneremo i nostri ragazzi a vivere nel rispetto e nelle regole, a leggere qualche bel libro, ad impegnarsi nel fare qualcosa a casa e o per gli altri, a partecipare a tante attività educative. Agli animatori direi di vigilare, e con coraggio, correggere, solo così si può far crescere la persona, invitandola alle dimensioni più alte e profonde della vita».
 

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