La vicenda ha avuto inizio nell'agosto del 2018, quando l'Asl di Frosinone ha bandito un avviso pubblico di mobilità volontaria per la copertura a tempo pieno e indeterminato di posti di lavoro con la qualifica di collaboratore professionale sanitario. Al bando hanno partecipato centinaia dipendenti dell'Ares 118 e, dopo le prove sostenute, è stata stilata una graduatoria sulla base dei titoli posseduti del colloquio.
La delibera d'indizione del bando di mobilità, però, è stata impugnata da alcuni ricorrenti che lamentavano l'illegittima della procedura, in particolare hanno puntato il dito contro i punteggi assegnati dalla prova del colloquio.
A loro dire il punteggio assegnato con il colloquio era troppo alto e troppo discrezionale. Per cui si sono rivolti al Tribunale di Frosinone, sezione Lavoro, e, in prima battuta, hanno avuto ragione.
LA STORIA
Il procedura, con provvedimento cautelare, è stata così bloccata. Ma l'Asl e molti infermieri hanno impugnato il provvedimento proponendo un formale reclamo, sempre al Tribunale del Capoluogo, ma in composizione collegiale (presieduto dal giudice Paolo Sordi). Ieri l'epilogo. Con un specifica ordinanza è stata accolta la tesi difensiva dell'Asl di Frosinone e dei ricorrenti inseriti nella graduatoria finale. Nell'interpello, in pratica, gli avvocati Valerio Tallini, Italico Perlini, Giuseppe Ruffini, Benedetto Cesarini e Sandro Salera hanno sostenuto che il «bando dall'Asl di Frosinone ha rispettato i principi di imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione». L'avviso di mobilità volontaria e la successiva graduatoria finale hanno ripreso piena efficacia, ciò vuol dire che potranno essere assunti una novantina d'infermieri. Soddisfazione è stata espressa dalla triplice sindacale, Cgil, Cisl e Uil.
«Oggi, finalmente, giustizia è stata fatta. Il Tribunale di Frosinone ha revocato la sospensione cautelare riconoscendo la piena legittimità della procedura messa in atto dall'Asl, come da noi sempre sostenuto», hanno fatto sapere i sindacati con una nota congiunta a firma Giancarlo Cenciarelli (Cgil), Giovanni Giacomo Palazzo (Cisl) e Paolo Pandolfi (Uil).
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