Riceve per errore mezzo milione di euro dalla Asl di Frosinone, ma ora non vuole resitituire i soldi: chiesto il sequestro

Il tribunale di Frosinone
di Pierfederico Pernarella
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Martedì 29 Settembre 2020, 14:30 - Ultimo aggiornamento: 15:05

Risarcimento pagato due volte, la Asl di Frosinone intende chiedere di nuovo sequestro preventivo delle somme indebitamente incassate, circa mezzo milione di euro. Ma questa volta l’istanza verrà chiesta al tribunale civile, visto che quello penale ha respinto la richiesta.

Ma la Asl di Frosinone come ha potuto commettere un errore così clamoroso?

La vicenda ruota intorno a una sentenza del Tribunale di Cassino del 2018 che ha condannato la Asl al risarcimento di 443.539 euro per i danni conseguenti a un ritardo diagnostico.

Successivamente è stato notificato alla Asl il precetto di pagamento e la somma (523.460 euro, comprensiva di interessi e rivalutazione monetaria) è stata saldata solo nel 2020 favore della moglie (M.G., queste le sue iniziali) della vittima del caso di malasanità che nel frattempo era deceduto.

Ma chi ha autorizzato quel pagamento, evidentemente, non sapeva che sulla stessa vicenda c’era un giudizio pendente davanti al Tribunale di Frosinone al quale la Asl si era rivolta per opporsi al pignoramento. E nel maggio scorso è arrivata la decisione del giudice che ha rigettato l’istanza della Asl e quindi disposto il pagamento di circa 580mila euro. Cosa che la Asl ha fatto qualche giorno dopo liquidando la somma di circa 653mila euro. 

L’azienda sanitaria subito dopo si è accorta che gran parte dell’importo dovuto per il risarcimento (523.460 euro) era stata pagata poco prima. La beneficiaria del risarcimento, tramite il suo legale, l’avvocato Raffaele Iannotta, è stata diffidata a restituire la prima somma erroneamente erogata (523.460 euro). La diffida però non ha avuto esito.

La Asl ha dato incarico all’avvocato Sandro Salera che ha presentato una querela alla Procura di Cassino chiedendo il sequestro della somma indebitamente incassata. Richiesta però negata dal Gip secondo il quale la controversia è di natura civilistica. Sempre l’avvocato Salera, su mandato della Asl, si appresta ora a chiedere il sequestro preventivo al tribunale civile sui conti correnti o immobili intestati alla donna.

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