"Salvete", il benvenuto di Arpino: la città di Cicerone tra bellezze e qualche neo

"Salvete", il benvenuto di Arpino: la città di Cicerone tra bellezze e qualche neo
di Giovanni Del Giaccio
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Venerdì 12 Maggio 2023, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 13:25

"Salvete", benvenuto in lingua latina. Non potrebbe esserci saluto migliore entrando nella città di Cicerone, fra decine di giovani di mezza Europa arrivati per il Certamen e turisti che sono qui per ammirare le bellezze. Che iniziano prima, già salendo - anche se non è semplice visto che la strada è stretta - verso i 450 metri di altezza del paese. Sì, perché arrivando sono ben tenuti i resti dell'antica via Latina che era la principale e della quale, ancora oggi, si vedono i basolati anche nella piazza centrale. Quella del Comune, della statua di Cicerone (ma anche di Caio Mario) e del liceo Tulliano che però è chiuso. I danni causati dal terremoto dell'Aquila lo hanno reso inagibile ma la storica sede merita di essere riaperta, senza dubbio. Questione che il nuovo sindaco dovrà valutare con la Provincia, anche se al liceo non sembrano farsi grandi problemi e i ragazzi girano fieri con le loro magliette. Essere stati in quella scuola è già, unicamente, motivo di vanto.

I RESTI

Parla, da solo, ciò che rappresenta Cicerone per la cultura mondiale. Anche i resti ancora visibili e non solo in centro. Servono 10 minuti in automobile per arrivare a Civitavecchia d'Arpino e immergersi in un altro mondo. L'arco a sesto acuto, rimasto l'unico nel suo genere in Italia, "accoglie" in quella che era l'acropoli e oggi ha ancora dei residenti. Pazienza se per la spesa ci si debba spostare per andare verso il paese, qua sembra di essere fuori dal mondo. O immersi in un contesto internazionale, visto che alle pendici della torre ci sono cittadini di diversi Paesi. Non è solo il Certamen, qui si viene apposta per ammirare bellezze simili.
Tutto a posto? Insomma. Il museo della lana, ospitato in una chiesa sconsacrata, apre solo per le occasioni eppure all'interno c'è la storia del passaggio dall'artigianato a un primo modello di industria che nella parte bassa, arrivando, ha ancora qualche azienda. Una filiera locale che andava dalla pastorizia alla realizzazione di capi. Dice che questo centro ha rappresentato qualcosa di importante non solo per la cultura ma anche per l'economia del territorio. Come il museo della liuteria o quello delle arti tipografiche. Lo rappresenta anche l'olio, ad esempio - chiamato non a caso Terra di Cicerone - ma si fa fatica a farlo conoscere e diffondere meglio benché ogni anno si tenga un appuntamento divulgativo a riguardo. I ragazzi che fanno da guida ai coetanei del Certamen sono fantastici, senza dubbio, entusiasti soprattutto. La Pro Loco organizza visite e dà informazioni, c'è la fondazione privata con le opere di Mastroianni e la casa dove visse il pittore noto come cavalier D'Arpino, anche se qui dicono che sia difficile vederla aperta. Qualche neo, meno che in altre realtà piccole chiamate al voto domenica e lunedì in Ciociaria. Un aneddoto, infine: pare che baciarsi sotto l'arco a sesto acuto significhi stare insieme per sempre. C'è chi è pronto a giurare che non è servito nemmeno quello. Per il resto, "Salvete".
Giovanni Del Giaccio
giovanni.delgiaccio@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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