Antenne per il 5G in Ciociaria,
L'Asstel: «Gli allarmi sono infondati, ecco perché»

Antenne per il 5G in Ciociaria, L'Asstel: «Gli allarmi sono infondati, ecco perché»
di Pierfederico Pernarella
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 13:07
Gli abitanti dei 120 Comuni scelti con un non meglio precisato sorteggio sarebbero delle cavie umane (!) per testare la pericolosità del nuovo sistema di comunicazione. Tecnologie e leggende metropolitane, il connubio non poteva mancare con il 5G (l'ultima generazione di connessione mobile, 20 volte più veloce di quella attuale), anche se in questo caso la vicenda riguarda piccoli paesi. In provincia di Frosinone sono tre: Pico, Santopadre e Trivigliano. L'Agcom, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, li ha scelti per l'installazione delle antenne 5G che entreranno in funzione a partire dal luglio 2022.
Apriti cielo. Sul web si sta scrivendo di tutto e di più. «Allarmi che possono travisare la situazione reale», avverte Pietro Guindam, presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni, l'associazione delle imprese delle telecomunicazioni aderente a Confindustria.
Guindam, a titolo esemplificativo, fa una rassegna su quanto si sta fantasticando sul 5G: «L'elenco dei 120 Comuni sarebbe frutto di un sorteggio; che sulle popolazioni interessate sarà condotta una non meglio precisata sperimentazione, con conseguenze dannose per la salute; che le frequenze utilizzate sarebbero inesplorate; che sarebbero inesistenti gli studi sugli effetti dell'esposizione ai campi elettromagnetici. Conclusione immaginabile di questa escalation fantasiosa: gli abitanti dei 120 Comuni sarebbero delle vere e proprie cavie umane».
LE DECISIONI DELL'AGCOM
Il presidente di Assotelecomunicazioni prova a fare un po' di chiarezza. Primo: «Non vi è stato alcun sorteggio per individuare i 120 Comuni: la scelta di Agcom è nata dalla volontà di superare una condizione di isolamento digitale di molte località italiane». E questo vale anche per i tre piccoli comuni ciociari: Pico, Santopadre e Trivigliano.
Ne consegue che non c'è alcuna sperimentazione tecnica, né tantopiù sanitaria: «Un fatto totalmente impensabile - dice Guidam - La sola sperimentazione tecnica sarà limitata alle 7 città italiane più grandi». Nei 120 Comuni chi vuole potrà collegarsi al 5G con un contratto con gli operatori telefonici, come oggi avviene con il 3G e 4G.
LEGGI E CONTROLLI
Poi la questione dei rischi dell'elettromagnetismo. «L'esposizione ai campi elettromagnetici delle reti 5G - spiega Guindam - saranno soggette ai limiti definiti dai vincoli di legge vigenti in tutta Italia sin dal 2001, identici ai limiti dei campi elettromagnetici delle reti 4G, 3G e 2G già in funzione».
Sull'installazione delle nuove antenne e il loro esercizio, inoltre, vigileranno le Agenzie regionali di protezione dell'ambiente (Arpa).
Le onde elettromagnetiche trasmesse dalle antenne 5G comportano dei rischi per la salute? Esperti dell'Istituto Superiore della Sanità, ascoltati in un'audizione alla Camera lo scorso marzo, ne hanno escluso la possibilità, anzi i rischi sarebbero più remoti delle attuali tecnologie.
LE FREQUENZE
Ma alla fine di cosa stiamo parlando? «La copertura nei 120 Comuni - prosegue Guindam - avverrà con le stesse frequenze a 700 MHz che sono già oggi impiegate per le trasmissioni televisive e che saranno, in osservanza a normativa nazionale ed europea, liberate e trasferite in uso agli operatori di telecomunicazioni».
I principali allarmi poi ruotano sulle cosiddette frequenze millimetriche: «In realtà non sono una novità - afferma il presidente di Asstel - Sono utilizzate in altri campi da anni e regolate da normative a tutela della salute umana. E a titolo di curiosità scientifica, si ricorda che le frequenze della luce solare visibile sono nanometriche, quindi 1.000 più corte delle temute frequenze millimetriche».
 
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