"La Direzione Distrettuale Antimafia di Roma conferma che nel territorio metropolitano di Roma, nell'area limitrofa e nel basso Lazio sono radicate numerose organizzazioni criminali e tra loro diversificate per quanto riguarda la struttura, i modelli operativi praticati e l'origine della forza di intimidazione". Lo ha affermato nella sua relazione all'inaugurazione dell' anno giudiziario, il procuratore generale di Roma facente funzioni, Salvatore Vitello.
"In tale contesto, si configura quello che viene definito come pluralismo strutturale: alle organizzazioni mafiose di matrice autoctona si affianca una galassia criminale fatta di singoli o gruppi, articolazioni delle organizzazioni mafiose tradizionali.
La relazione in apertura di anno giudiziario fa il paio con quanto relazionato dalla Dia al Parlamento lo scorso mese di ottobre. "Nel Lazio - era stato scritto - l'impatto delle ricadute socio-economiche causate dall'emergenza sanitaria ha raggiunto un livello allarmante colpendo nella Regione particolarmente il settore terziario che solo nella capitale rappresenta il 76 percento del tessuto economico. Significativo il dato della provincia di Frosinone che occupa il 45esimo posto su 107 province monitorate per stato di sofferenza finanziaria».
LA PERMEABILITA'
La Ciociaria, come il pontino, resta un territorio appetibile per i clan vista la contiguità territoriale con la Campania. Tra i più esposti: Frosinone è posizionata al 22esimo posto, Latina al 26esimo, Viterbo e Rieti occupano rispettivamente la 44esima e 45esima posizione. Roma al 36esimo.
«Il fattore comune di rischio determinante per tutte le infiltrazioni mafiose - scrive l'Antimafia -continua ad essere rappresentato dalle considerevoli riserve di liquidità delle consorterie mafiose. Si tratta dell'elemento che costituisce il principale mezzo di persuasione e credibilità dei sodalizi criminali soprattutto nei confronti dei settori più colpiti e indeboliti proprio dalle conseguenze della pandemia».