Anniversario Provincia di Frosinone, il prefetto: «Comuni ancora divisi da ragioni di bottega»

Anniversario Provincia di Frosinone, il prefetto: «Comuni ancora divisi da ragioni di bottega»
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Lunedì 16 Dicembre 2019, 16:12 - Ultimo aggiornamento: 18:21
Tanti Comuni contigui, legati dagli stessi interessi ma divisi da "ragioni di bottega" degli amministratori. E' questo uno dei punti sui cui il prefetto di Frosinone, Ignazio Portelli, ha puntato l'accento nel suo discorso letto nel corso delle celebrazione per l'anniversario della nascita della Provincia di Frosinone, giunta ai suoi 93 anni di vita. Appuntamento che coincide con una fase delicata degli enti locali, in primis le Province. Di seguito riportiamo il discorso integrale del prefetto:
«Ricordare è un bene per trasmettere e per far conoscere la storia e i valori e i loro chiaroscuri. Questo anniversario interviene in un periodo contraddittorio per il governo locale. In sintesi, lo svuotamento di funzioni e di finanziamenti, il taglio delle risorse operative, la strisciante destabilizzazione del sistema locale e la disarticolazione del livello provinciale stanno trasformando il tessuto istituzionale ed amministrativo a base democratica espressamente riconosciuto dalla Costituzione. Sono progetti e soluzioni di ridimensionamento complessivo delle autonomie con frequenza motivate da contingenze e da estemporaneità. Spesso sono basate con tutta evidenza su impostazioni legate preminentemente all’esigenza di equilibrio dei conti pubblici, con una visione tecnocratica del tutto disgiunta dalla necessità di legittimazione democratica dei poteri pubblici in una Repubblica fondata sulle autonomie.

In parallelo, è possibile notare altri due aspetti che gravano in generale sulle province. Il primo è costituito (De Martin, Vandelli) dalla condizione preoccupante delle città metropolitane, venute a sostituire le preesistenti province. Infatti, l’identità istituzionale delle città metropolitane appare ancora assai debole e densa di incognite sulla possibilità di dar vita ad un effettivo sistema di governo locale in grado di gestire decisioni, interventi e servizi in realtà territoriali differenziate, in cui convivono funzioni di base e di area vasta.

Il secondo, poi, è storia di questi ultimi tempi. Molti dei protagonisti (legislatori e suggeritori) della riforma costituzionale del 2001 ammettono una certa esagerazione nell’aver voluto accentuare i poteri delle regioni senza aver impedito l’ampliamento degli apparati burocratici regionali, orientati alla gestione e non alla programmazione. In parole più semplici, non avevano considerate le avvertenze ultraventicinquennali di Massimo Severo Giannini, prestigioso studioso della cosa pubblica. Sicchè oggi è compito frequente della Corte Costituzionale quello di dirimere i conflitti tra i vari livelli di governo. Pensando ad uno per tutti vi è quello delle competenze in materia ambientale che in Ciociaria costituisce una questione molto rilevante.

Il nostro territorio provinciale ed il capoluogo hanno una identità storica di amministrazione civile plurisecolare: sede apostolica, sottoprefettura e, infine, provincia. In ciò, consiste, a mio avviso la persistente ragion d’essere delle province nel sistema delle autonomie locali: essere espressione di effettive comunità territoriali in cui si è consolidata storicamente la unità territoriale dei cittadini. Quindi una pluralità di comuni contigui tutti legati da alcuni interessi comuni per il fatto stesso della convivenza territoriale. Proprio questa circostanza di vantaggio spesso purtroppo sfugge a taluni amministratori locali, prevalentemente per ragioni di bottega. Sotto questo profilo le province quali istituzioni di area vasta sono garantite nella Carta europea dell’autonomia locale (trattato del 1985, legge del 1989) ovvero istituzioni necessarie dotate di organi rappresentativi a suffragio diretto ed universale, in grado di assicurare una visione unitaria ed autonoma degli interessi della comunità (Pastori). In questo periodo di contraddizioni e di incoerenze, nelle aree non metropolitane la provincia può ben diventare la regista necessaria dello sviluppo locale e dei servizi a rete. Nel frattempo, nulla esclude che si debba fare di più e meglio in ogni caso a vantaggio della comunità.

Con queste mie considerazioni rendo omaggio alle grandi capacità del frusinate con l’auspicio che possa conseguire nuovi ed ambizioni risultati
».
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