Andrea Satta, rubata la bici al cantante dei Têtes de Bois: «Dovevo farci il viaggio per mio padre tornato da un campo nazista»

Andrea Satta era andato in Ciociaria per una gita sui monti Ernici, ma alla stazione ha subito il furto deiia sua Wilier Triestina

Andrea Satta, rubata la bici al cantante dei Têtes de Bois: «Dovevo farci il viaggio per mio padre tornato da un campo nazista»
di Pierfederico Pernarella
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Domenica 14 Maggio 2023, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 08:48

«Se la bici l’ha presa un pover’uomo e gli è servita per mettere insieme pranzo e cena, va bene così. Ma sarei infinitamente grato a chi se n’è appropriato se me la restituisse». La prende con filosofia Andrea Satta, pediatra speciale in un quartiere della periferia di Roma e conosciuto ai più come cantante dei Têtes de Bois.

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Domenica scorsa (il 7 maggio), alla stazione di Frosinone, gli hanno rubato la bici: una Wilier Triestina nera, rossa e bianca. «Ero insieme ad alcuni amici, saremmo dovuti andare a fare un giro sui monti Ernici.

Scesi dal treno abbiamo appoggiato le bici ad una colonna, giusto il tempo di prendere un caffè volante e pagare il conto, per tradizione lo faccio sempre io quando usciamo in bici, ma quel frangente è bastato a qualcuno per portarla via». Andrea ieri si trovava a Trisulti: «Sono tornato con gli stessi amici, ci siamo rifatti della gita saltata la settimana scorsa a causa del furto». 

Alla sua Wilier Triestina teneva molto. Dieci anni e più di pedalate. E ora insieme al figlio con la Wilier avrebbe dovuto intraprendere il viaggio più importante della sua vita: Dresda-Roma, 1600 chilometri, ripercorrendo le tappe del ritorno a casa del padre finito in un campo nazista dopo essere stato fatto prigioniero in Grecia durante la Seconda guerra mondiale. Il viaggio, che inizierà il 18 luglio per concludersi il 6 agosto, sarà anche uno spettacolo teatrale itinerante intitolato “Il viaggio della fisarmonica verde Lengenfeld-Roma” in cui racconterà la storia del padre. 

L’APPELLO

«L’avevo appena rimessa a posto in vista del viaggio - racconta Andrea - Gli avevo fatto cambiare manubrio, freni, il cambio e altre cose. Era pronta. Mi dispiace. L’unica consolazione è che l’abbia rubata qualche disperato e gli sia servita per sbarcare il lunario. Se chi l’ha presa n’è ancora in possesso e dovesse leggere quest’articolo, gli sarei grato se la restituisse». A questo appello si unisce anche Marina Testa, presidente della Fiab Frosinone, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, che affiancherà Andrea nel suo viaggio da Dresda a Roma: «Dubito che chi si è appropriato della bici leggerà questo messaggio e se lo leggerà sarà restio a fare un gesto di generosità perché probabilmente ne ha più bisogno lui. Comunque, la nostra fiducia è grande e ci aspettiamo che qualcuno ce la faccia ritrovare o ci aiuti a ritrovarla. Avrà la nostra riconoscenza». 

LA STORIA
Il viaggio si farà lo stesso. «Glielo devo, mio padre Gavino era un uomo coraggioso e pieno di umanità. Tornò a casa a cavalcioni sui respingenti dei treni suonando la fisarmonica. Ne trovò due in una baracca insieme al cappotto di un soldato con cui si riparò dal freddo. Durante la fuga lo fermarono i russi e per farlo passare gli chiesero qualcosa in cambio. Lui offrì le fisarmoniche, ma il soldato gli chiese di suonarla. Mio padre era ridotto a uno scheletro di 40 chili, era stremato dalla fame e dall’orrore, ma non so come trovò il fiato per intonare una melodia. Che gli salvò la vita. Aveva imparato a suonare la fisarmonica da bambino. Quella con cui tornò dalla Germania me la regalò, ma poi me l’hanno rubata insieme ad altre cose durante un furto in casa». 

Sì, come la bici. «La Wilier Triestina nera e la fisarmonica verde, che coincidenza», commenta con ironia Andrea che da buon viandante sa che i viaggi sono pieni di imprevisti. L’importante è andare. E raccontarlo. Anche se con la Wilier Triestina, ormai una compagna di vita per l’inventore dei concerti a pedali, avrebbe avuto tutto un suo sapore.

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