Alloggi sociali a Cassino, scatta il sequestro. Uno degli immobili di proprietà del consigliere Fontana

Alloggi sociali a Cassino, scatta il sequestro. Uno degli immobili di proprietà del consigliere Fontana
di Alberto Simone
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Domenica 8 Maggio 2022, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 15:39

Controlli sugli immobili realizzati in housing sociale: sequestrati due appartamenti, uno dei quali è di proprietà dell'imprenditore edile e consigliere comunale Salvatore Fontana.

A seguito degli accertamenti delle verifiche fatte a Cassino nelle ultime settimane sono emerse alcune anomalie ed è così che gli agenti della municipale, agli ordini di Pasquale Pugliese, hanno fatto scattare il sequestro preventivo dei due appartamenti realizzati, appunto in housing, ovvero con condizioni a cui i costruttori devono attenersi, sia per quanto riguardo la vendita sia per l'affitto, entrambi a prezzo calmierato.

Secondo quanto emerso i titolari delle unità immobiliari avrebbero violato proprio le norme relative al cambio di destinazione d'uso dell'immobile, in quanto, in aperto contrasto con una legge regionale e con la deliberazione del consiglio comunale sul mutamento d'uso urbanisticamente rilevante. La vicenda di cronaca, è diventata però quasi immediatamente motivo di scontro politico, tant'è che a rendere noto il fatto non è stato il comando dei vigili urbani, bensì uno dei titolari delle unità immobiliari.

Proprio l'imprenditore Salvatore Fontana, ancor più noto in città per il suo impegno politico: nel 2019 è stato eletto consigliere comunale con una lista a supporto dell'ex sindaco Petrarcone e da poche settimane ha ricevuto la nomina di coordinatore provinciale di Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi.

Salvatore Fontana è l'unico a rilasciare dichiarazioni sulla vicenda che lo vede protagonista. Nella sostanza dei fatti all'imprenditore Fontana viene contestato il fatto che avendo fatto richiesta nel 2014 delle norme sull'housing, non può vendere gli appartamenti così come risulta stia facendo da annunci su alcuni siti immobiliari. «Questo è vero, peccato che hanno letto solo il primo comma della legge che mi contestano. Nel terzo comma è specificato che si può vendere e chi acquista è obbligato a farlo in housing. Nel 2015 è intervenuta una variazione da parte dell'allora governo Renzi, che probabilmente in Comune non conoscono: in ogni caso sarebbe responsabile il notaio al momento dell'atto, per questo motivo il sequestro preventivo è un atto che non comprendo e quando tutto sarà chiarito chiederò o danni per questo episodio».

Anche un terzo appartamento, sempre di proprietà dell'imprenditore Fontana, era stato attenzionato, ma non è stato sequestrato in quanto all'interno vi era una famiglia di profughi ucraini ospitati dalla proprietà a titolo gratuito.
 

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