Aggredì un sacerdote in convento con un mattone, suora indagata scappa dalla clausura

Aggredì un sacerdote in convento con un mattone, suora indagata scappa dalla clausura
di Pierfederico Pernarella
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Domenica 3 Marzo 2019, 17:10 - Ultimo aggiornamento: 17:45
È “fuggita” dalla clausura la suora accusata di aver aggredito con un mattone un prete. Si tinge ancora più di giallo la storia che ha avuto per teatro il convento benedettino di Santa Maria dei Franconi di Veroli.
I fatti hanno per protagonisti due religiosi, una suora di clausura e un prete, entrambi nigeriani. Il prete, don Taddeo, di 40 anni, lo scorso 21 settembre, dopo aver celebrato la messa pomeridiana, era tornato nella sagrestia della chiesa collegata al convento di Veroli. Ad un certo punto si è visto venire incontro come una furia la suora, di 37 anni, che da sotto la veste ha tirato fuori un mattoncino e lo ha colpito alla testa. La religiosa quindi è stata indagata per lesioni volontarie aggravate dall’utilizzo di un oggetto contundente.

LA SORPRESA
Nei giorni scorsi i carabinieri si sono recati al convento per notificare alla suora il provvedimento di chiusa inchiesta firmato dal sostituto procuratore Vittorio Misiti, ma la religiosa non era presente. Da alcune settimane ha abbandonato la clausura e stando a quello che si è potuto apprendere si troverebbe a Roma, forse potrebbe aver già dismesso gli abiti talari. Sotto il profilo penale niente di illegittimo, la donna tecnicamente risulta irreperibile e tutti provvedimenti comunque vengono notificati al suo legale di fiducia, l’avvocato Nicola Ottaviani.

GIALLO SUL MOVENTE
La circostanza dell’abbandono della clausura aggiunge mistero a una storia mai chiarita fino in fondo, soprattutto per quanto riguarda il movente. Perché la suora serbava così tanto rancore nei confronti del prete connazionale? I due si conoscevano da tempo e la donna, nel primo interrogatorio, al magistrato aveva parlato di alcuni contrasti senza però scendere nei particolari. Elementi dunque insufficienti per aprire altri scenari investigativi, anche perché nel corso di un secondo interrogatorio la versione dei fatti era stata ulteriormente ridimensionata: l’indagata aveva raccontato che non era sua intenzione uccidere il sacerdote e a giustificazione di quel raptus ha spiegato che stava attraversando un momento di crisi.
Crisi che a quanto pare ora ha preso una piega ancora più drastica con la fuga dalla clausura e forse l’addio definitivo alla missione religiosa.
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