Addio a Romina De Cesare, Il vescovo: «L'amore che si traduce in violenza è una bestemmia»

Addio a Romina De Cesare, Il vescovo: «L'amore che si traduce in violenza è una bestemmia»
di Marina Mingarelli
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Domenica 8 Maggio 2022, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 02:10

È il giorno del dolore, dell'ultimo saluto alla dolce ed adorabile Romina De Cesare, scomparsa prematuramente per mano dell'ex convivente Pietro Ialongo. L'uomo che diceva di amarla l'ha uccisa infierendo sul suo corpo con dieci coltellate. Ieri pomeriggio davanti alla parrocchia dei Santi Pietro e Paolo a Cerro al Volturno nel Molise, c'era tutta la cittadinanza ad attendere il feretro della sventurata ragazza che aveva soltanto 36 anni.

I funerali sono stati officiati dal vescovo di Isernia-Venafro monsignor Camillo Cibotti. L'alto prelato si è soffermato maggiormente sul significato della parola amore. «È difficile spiegare ha detto nell'omelia- perché una persona giovane ed ammirata non c'è più. L'unica consolazione è pensare che in questo momento Romina è tra le braccia di Dio. Quello che mi dispiace è la modalità di questa morte. La violenza non si giustifica e quello che più mi scandalizza è parlare di amore che uccide. Ma l'amore è accoglienza, condivisione, sostegno reciproco, è donazione. Quando l'amore si traduce in violenza è una bestemmia. L'amore è di chi dona non di chi porta morte, sopraffazione ed abbattimento. Gesù continuamente parla di amore, parla di dare la vita per i propri amici e non di toglierla la vita. L'amore non è possesso è altruismo. In questo caso l'amore non è stato compreso , ma travisato, ucciso e violentato. Non si può dire di amare quando si uccide, la vita è questa , dove ognuno deve riscoprire nell'altro un fratello o una sorella. Romina non ha conosciuto l'amore vero, oppure aveva capito che l'amore non era questo. Inconsapevolmente aveva intuito che quel rapporto era stato tarpato e distrutto. Tutti noi che l'abbiamo tanto apprezzata vorremmo rivederla in vita, vorremmo che lei ci dicesse che l'amore supera la morte e che la violenza non è mai amore».

Anche il sindaco della città, Remo Di Ianni, visibilmente commosso ha voluto rendere l'ultimo saluto alla sua concittadina che conosceva molto bene. «Non ci sono parole per descrivere quello che provo in questo momento - ha dichiarato il primo cittadino - così come non ci sono spiegazioni per un gesto simile. Di Romina ricordo il suo sorriso, la sua gentilezza e dolcezza. Non meritava una fine simile. Come amministrazione faremo del tutto affinché lei possa vivere sempre nel ricordo dei cittadini., affinché si rispetti la vita, gli altri, ma soprattutto ad amare le donne». Poi il sindaco Ianni si è rivolto al papà Mario che insieme al figlio Antony non hanno fatto altro che fissare quella bara ricoperta dai fiori bianchi. «Non ci sono parole - ha detto il primo cittadino - per lenire il vostro dolore, quello che posso dire è che non sarete mai soli e che io vi starò sempre vicino».

Tanti gli amici che si sono stretti intorno ai familiari della ragazza per dare loro un poco di conforto. Tra questi anche Fiore Di Ciuccio un amico di famiglia che ha voluto ricordare i momenti felici trascorsi con Romina ed il fratello quando erano soltanto dei ragazzini.

Poi rivolgendosi al papà Mario ha apprezzato con quale dignità l'uomo sta portando questo atroce fardello, una figlia che gli è stata strappata via per mano di una persona che non sapeva nemmeno il significato della parola amare. Ad attendere il feretro fuori della chiesa centinaia di palloncini bianchi che sono volati nel cielo. Nonostante la pioggia battente il lungo corteo ha accompagnato il carro funebre fino al cimitero cittadino dove Romina è stata tumulata.

Nessun accenno, durante la cerimonia, a Pietro Ialongo che è dello stesso paese e ora è in carcere con l'accusa di omicidio aggravato.

 

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