Boca-River, la finale della Libertadores è la partita del secolo

foto
La crisi economica? La corruzione? L'insicurezza? «Sì, sì tutto vero, però domani si gioca Boca-River per la Coppa Libertadores e io non sono riuscito a comprare il biglietto per entrare nella Bombonera! Una vera tragedia!». Sono le parole di un tifoso che, dopo aver fallito l'acquisto online, si è precipitato oggi nello stadio, dove però non ha avuto miglior fortuna. Il regolamento della Coppa prevede che possano assistere al primo confronto solo i tifosi del Boca, mentre sabato prossimo questa possibilità verrà offerta nel Monumental unicamente ai sostenitori del River.

Si tratta di un evento dalle proporzioni immaginabili solo se si tiene conto che di fatto circa la metà della popolazione argentina si dichiara sostenitore di Boca Juniors o River Plate. Gli ultimi 29 mila biglietti disponibili per i settori 'populares' della Bombonera stati venduti giovedì su Internet in poco più di un'ora. Se si considera che il Boca ha oltre 90 mila soci, è facile capire come la rabbia sia alle stelle, e molti tifosi hanno giurato che faranno tutto il possibile per entrare nello stadio, costi quel che costi, lasciando quindi prevedere un gran lavoro per gli agenti che saranno dispiegati a tutela della sicurezza. Il calcio è ovviamente lo sport nazionale in Argentina, ma mai come in questa vigilia di una stracittadina, pur ripetutasi mille volte nel campionato locale, l'entusiasmo e la tensione popolare sono stati così intensi.

Una ragione c'è, ed è che per la prima volta nella loro storia 'xeneizes' gialloblu e 'millonarios' biancorossi si scontrano in una finale tutta argentina della Coppa Libertadores, ambita in America latina come in Europa lo è la Chiampions League. Per di più l'edizione 2018 della Libertadores è anche l'ultima che si gioca con la formula di andata e ritorno, mentre dal prossimo anno la finale sarà disputata in un unico match. In campionato sia per Boca (8/o in classifica) che per River (10/o) le cose non vanno particolarmente bene, per cui questo appuntamento internazionale rappresenta una possibilità insostituibile per offrire ai tifosi una sorta di riscatto delle delusioni finora subite. Il coinvolgimento a tutti i livelli è tale che il presidente Mauricio Macri, dimenticando di essere «il rappresentante di tutti gli argentini», non ha esitato a scendere in campo a sostegno del Boca. Si è certamente ricordato che, come è stato in passato per Silvio Berlusconi e il Milan, proprio gli anni trascorsi alla testa della squadra 'xeneizè lo hanno fatto emergere come un protagonista anche della politica, permettendogli addirittura l'ingresso nella Casa Rosada. Con il precedente governo, il calcio era in chiaro per tutti gli argentini, mentre la nuova amministrazione ha invece ceduto i diritti alle grandi catene televisive. Preoccupato per le possibili tensioni prima e durante il match di domani, Macri ha chiesto a Fox, detentore dei diritti tv, di permettere a tutti di seguire Boca-River alla televisione, un'ipotesi questa che sembra praticamente esclusa.