Torvaianica, in via Po liquidi sversati nel canale che va al mare

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 Un nuovo sversamento di una sostanza apparentemente oleosa nel fosso di Campo Ascolano, a Torvaianica, è stato segnalato ieri dai residenti di via Po che, allarmati, hanno richiesto l'intervento dei vigili del fuoco, dei carabinieri e della polizia locale di Pomezia. Il materiale, stando alle testimonianze dei cittadini, sarebbe uscito da un tubo interrato che serve a convogliare l'acqua piovana e che scarica direttamente nel canale e da qui poi arriva in mare. Lo stesso tubo da dove il 26 febbraio scorso era stata vista fuoriuscire una sostanza simile a quella notata ieri. Un mese fa gli ispettori dell'Agenzia regionale di protezione ambientale del Lazio avevano fatto un sopralluogo, prelevando alcuni campioni d'acqua per analizzarli. L'esito degli esami, però, non è ancora arrivato, come confermano dal Comune di Pomezia. Intanto da quel 26 febbraio gli agenti locali e i tecnici municipali stanno effettuando una serie di controlli per capire cosa stia succedendo. Fino a ieri non sarebbero stati trovati scarichi abusivi. Al momento l'unica certezza è che entrambi gli episodi si sono verificati durante giornate di pioggia, mentre in assenza di maltempo non è stata segnalata alcuna fuoriuscita. Potrebbe dunque trattarsi di una o più sostanze trasportate dall'acqua piovana che le ha trascinate nella tubatura scorrendo sulle strade della zona. Potrebbe così cadere l'ipotesi di uno sversamento e di inquinamento doloso. Senza i risultati delle analisi dell'Arpa, tuttavia, ogni teoria rimane valida. Sicuramente c'è allarme tra i residenti della zona. «Temiamo dicono che qualcuno abbia sversato qualcosa di inquinante in un tombino semi aperto o addirittura più a monte. Vogliamo sapere di cosa si tratta e vogliamo che questa volta il Comune ci informi tempestivamente». Non sono tranquilli i cittadini che ancora ricordano la grossa moria di pesci che si verificò in quello stesso canale nell'estate del 2017, mentre l'acqua assunse una colorazione scusa che gettò nel panico i residenti e i villeggianti. Un episodio che venne archiviato come una carenza di ossigeno dovuta alle alte temperature di quel periodo. Si trattò invece di inquinamento causato da sversamento di cherosene quello verificatosi a settembre 2012, quando una ventina di abitanti a ridosso del fosso finirono al pronto soccorso per un'intossicazione con nausee, conati, giramenti di testa e perfino perdite dei sensi. Poco più di dieci anni fa a preoccupare non furono solo le condizioni di salute dei residenti, ma anche l'inquinamento ambientale. Una grossa parte di quel carburante arrivò a mare, nello specchio d'acqua prospicente il Villaggio Tognazzi, dove sulla spiaggia sono ancora presenti tratti di duna mediterranea, e ancora più a nord verso l'area protetta di Capocotta. All'epoca sul banco degli imputati finì l'aeroporto militare di Pratica di Mare e in particolare un deposito di carburante della guardia di finanza. Secondo gli investigatori il cherosene era uscito da una cisterna a causa di un malfunzionamento dell'impianto. Un episodio analogo si era verificato anche qualche anno prima, nel 2008 con fuoriuscita di carburante sempre da un deposito dello scalo militare