di Mirko Polisano
La mano tenuta stretta dal medico che si prende cura di quel braccio pieno di lividi, segni lasciati da aghi e flebo. È tutta in questa immagine la lotta quotidiana che si combatte contro il coronavirus al Covid 3 di Casal Palocco. Nel centro immerso nel verde a pochi chilometri dalla Capitale medici e infermieri sono schierati in prima linea per combattere il nemico invisibile. La terapia intensiva è il campo di battaglia. Le misure di precauzione sono capillari. Il percorso pulito/sporco è la fase più delicata per gli operatori sanitari, prima di entrare in reparto a contatto con i pazienti. In un magazzino sono stipati i teli protettivi monouso: blu per i medici, verdi per gli infermieri. La vestizione è l’ultimo passo, poi si va da loro. Dai pazienti che soffrono. Molti sono intubati, qualcun altro è uscito da poco dalla sub-intensiva e ha iniziato a respirare autonomamente. Il trasferimento in reparto è la prima tappa verso il rientro a casa. «In questa fase - spiegano i medici - i loro occhi si riempiono di speranza. E iniziano a combattere di nuovo perché sanno che ce la possono fare». Gli altri restano intubati. A loro ci pensano i medici e infermieri del centro Covid 3 di Casal Palocco. Gli “angeli” vestiti da astronauti. Martina sulla sua “divisa” ha scritto il nome con un pennarello. Accanto un cuore disegnato. È un segno di speranza in un luogo di silenzio e sofferenza.
(foto Davide Fracassi/Ag.Toiati)
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