Lanuvio, investigatori nella casa di riposo di via Monte Giove Nuovo dove morirono 5 donne

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A Lanuvio (Roma) primo accesso alla casa di riposo di villa dei Diamanti, da parte di Carabinieri di Lanuvio e Velletri, i Nas, Ispettorato del Lavoro Asl Roma 6 e Squadra scientifica Vigili del Fuoco Roma, con carro e strumenti per rilievi batteriologici e radioattivi per l'intera giornata di ieri.

Sono state ispezionate dopo aver tolto i sigilli (poi rimessi) tutte le stanze, le canalizzazioni dell'impianto di riscaldamento, il vecchio camino, il comignolo, la cappa esterna e la caldaia estrena. Per cercare di capire da dove sia uscito il monossido di carbonio che avrebbe provocato la morte di 5 donne anziane e il malore ad altre 7 persone, tra altre 5 anziane e 2 operatori assistenziali. I controlli e i rilievi continueranno anche nelle prossime settimane, in quanto ancora non è chiaro da dove il monossido di carbonio è entrato nelle stanze dove dormivano le donne e gli operatori. Intanto ieri, dopo la liberazione delle salme da parte dell'autorità giudiziaria, si sono tenuti i funerali di Maria Macci, 100 anni di Genzano, di Maria Laura Minelli, 89 anni di Castel Gandolfo e Teresina Venturini 87 anni di Fontana di Papa (Ariccia), sepolte nei rispettivi comuni di residenza, erano le 3 donne dei Castelli decedute la notte del 16 gennaio nella casa alloggio per anziani di Lanuvio, le altre 2, una donna di 63 anni di Roma e una anziana professoressa pugliese, saranno sepolte a Roma e in provincia di Taranto.

Tutti i familiari e i parenti delle vittime presenti ai funerali chiedono giustizia e la verità dei fatti e si affidano per questa loro richiesta alla procura di Velletri e ai carabinieri, che unitamente ai vigili del fuoco e la Asl Roma 6 stanno facendo le indagini.  Rimangono in piedi alcune ipotesi investigative, se il monossido sia stato provocato da qualcosa all'interno delle stanze poi portato via o se è fuoriuscito dalle canaline di aerazione della struttura, le due titolari della struttura sono per ora ndagate per omicidio colposo plurimo come atto dovuto dalla procura di Velletri.  Foto Luciano Sciurba