Fiumicino, Marcell Jacobs e l'abbraccio della folla

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«Diciamo che sto cercando ancora di realizzare. Sicuramente, appena uscirò da queste porte capirò meglio quello che è veramente successo e me lo vivrò in questi giorni. Qualcosa di incredibile, sono partito da qui con tanti obiettivi, però non mi sarei mai aspettato di concludere un'olimpiade in questo modo.» Così al suo arrivo all'aeroporto di Fiumicino lo sprinter Marcell Jacobs, oro a Tokyo nei 200 metri piani e nella staffetta 4x100, accolto nello scalo romano da vera star da centinaia di persone fra colleghi delle Fiamme Oro, familiari, amici e parenti e persino dal Sindaco di Desenzano del Garda, il paese bresciano dove ha vissuto fin da piccolo, giunto appositamente a Roma per salutare il velocista.

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«Le due medaglie d'oro vinte a chi le dedico? Ad una marea di persone - ha risposto -. In primis al mio gruppo sportivo le Fiamme Oro che hanno sempre creduto in me fin dall'inizio della mia carriera, al mio team, alla mia famiglia e a tutti coloro che mi sostengono. A Tokyo ho sentito una spinta ed un tifo incredibile da tutta l'Italia».

In procinto di partire da Tokyo, Jacobs questa mattina ha scambiato quattro chiacchiere con il comandante del volo della compagnia Alitalia, da cui ha accettato scherzosamente una sfida inconsueta: correre i cento metri per tentare di battere in velocità un aereo di linea. «Sarebbe interessante - ha risposto l'atleta sorridendo - però dovrebbe essere bello carico perché altrimenti mi batterebbe sicuramente. Perché no? Si potrebbe organizzare, sarebbe bello da fare»