Messina Denaro, arrestata Laura Bonafede: chi è la donna che aveva una relazione con lui

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È stata arrestata Laura Bonafede, la maestra che aveva una relazione con il boss Matteo Messina Denaro. La donna avrebbe frequentato per anni il capomafia condividendo con lui e la figlia, Martina Gentile, indagata per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena come la madre, anche lunghi periodi di convivenza.

Per i pm della Dda di Palermo avrebbe curato la latitanza del padrino anche occupandosi del suo sostentamento quotidiano, condiviso con lui il linguaggio cifrato inventato per tutelare la riservatezza delle conversazioni e vigilato maniacalmente sulla sua sicurezza.

A carico della maestra, che ha incontrato Messina Denaro al quale era sentimentalmente legata fino a due giorni prima dell'arresto, decine di lettere trovate nel covo del boss a Campobello.

Messaggi d'amore, ma anche scambi di vedute sulle sorti della cosca e su affari comuni che proverebbero il rapporto strettissimo che ha legato la donna e il capomafia.

La donna del boss è una maestra che insegnava a Castelvetrano

«Nessuno di noi poteva immaginare quello che sta emergendo. L'intera scuola - e lo sono io per prima - è sotto choc, traumatizzata da tutto quello che è venuto fuori. È bene che la magistratura vada sino in fondo per far emergere tutta la verità». A dirlo all'Adnkronos è Anna Vania Stallone, dirigente dell'Istituto comprensivo Capuana-Pardo di Castelvetrano (Trapani), la scuola in cui ha insegnato, prima di essere sospesa, Laura Bonafede, arrestata dai carabinieri del Ros.

«Nessuno di noi poteva neppure lontanamente immaginare risvolti di questo tipo - dice la preside -. Fino a quando nelle scorse settimane non è stato diffuso il video in cui la signora Bonafede incontrava al supermercato Messina Denaro per noi era un'insegnante che faceva il proprio dovere, lavorava con i bambini, seguiva la programmazione, si adeguava al curricolo verticale sulla legalità. All'indomani della pubblicazione di quel video l'ho immediatamente sospesa, non ha più messo piede nella mia scuola».

Resta, comunque, lo sconcerto per quello che le indagini stanno facendo emergere. Soprattutto tra i colleghi che con Laura Bonafede condividevano lo stesso plesso, il Catullo, una sede distaccata dell'istituto in cui vi sono solo sezioni di scuola dell'infanzia. «Qualche collega mi ha detto: "Ma chi abbiamo avuto in classe? Chi abbiamo conosciuto?". Interrogativi che ci siamo posti tutti. La signora Bonafede è una persona dal doppio volto - prosegue la dirigente scolastica -. Dentro la scuola faceva il proprio dovere, accarezzava i bambini, li imboccava a mensa e fuori incontrava un carnefice».

Neppure il cognome ingombrante aveva mai dato adito a sospetti. «Nessuna segnalazione, né dai colleghi né dai genitori, dai quali ho ricevuto solo apprezzamenti. Mi dicevano: "Quanto è brava l'insegnante Laura". Davvero siamo tutti tramortiti. Se ci fosse stato anche il minimo campanello d'allarme sarei immediatamente intervenuta. Io non lascio correre nulla», dice Stallone, che nell'Istituto comprensivo Capuana-Pardo di Castelvetrano è arrivata nel 2014. Bonafede era già in servizio. Dal 2011. «La incontravo raramente - ricorda adesso la dirigente scolastica - solo per i collegi e quando veniva in ufficio a chiedere qualche giorno di permesso. Ma la mia scuola è formata da nove sedi, non incontro ciascuno dei docenti ogni giorno».

Il 5 maggio la scuola riceverà un premio a Roma. «Abbiamo vinto il concorso nazionale promosso dal ministero dell'Istruzione e dal Senato dal titolo "Testimoni dei diritti". La scuola sulla legalità ha investito e investe tantissimo. Lo dimostrano i tanti progetti portati a termine in questi anni e quelli in calendario nei prossimi giorni. Da sempre siamo impegnati a educare i ragazzi al rispetto della legalità. Se solo fosse ci fosse stato un campanello d'allarme sarei intervenuta subito. Immediatamente», conclude.