All'indomani della giornata più pericolosa dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, con la caduta di un missile in territorio polacco che ha causato la morte di due civili e rischiato di trascinare l'Occidente direttamente nel conflitto a difesa di un alleato, gli animi sembrano essersi calmati, evitando per un soffio l'escalation. Ma c'è voluta un'intera notte di tensione, contatti, avvertimenti, riunioni, mentre a Bali si teneva la giornata di chiusura del G20, per arrivare sì a condannare la Russia per i continui bombardamenti sulle infrastrutture, anche civili, dell'Ucraina, costretta dal canto suo a difendersi con la contraerea, ma a non considerare il missile caduto ieri nel villagio polacco di Przewodow - a una manciata di chilometri dal confine ucraino - una dichiarazione di guerra del Cremlino. Non è mancato, però, il consueto scambio di accuse tra Mosca e Kiev, con la prima che ha accusato l'Ucraina di «classica provocazione» e di «sognare uno scontro diretto tra la Nato e la Russia per salvarsi», e la seconda che ha puntato il dito verso est senza esitazioni
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