Cina, niente più restrizioni anti Covid per i viaggiatori

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Niente più percorsi sanitari obbligati, code e controlli interminabili. E soprattutto niente più "dabai"Covid, l'esercito di vigilanti in tuta bianca che anticipavano il triste destino della quarantena obbligatoria nei Covid hotel: fino a due settimane di permanenza più una terza da osservare tra le mura domestiche, secondo il protocollo sanitario più duro deciso dalle autorità cinesi durante la massima stretta contro la pandemia. L'arrivo all'aeroporto Capital di Pechino nel secondo giorno della «nuova era» di apertura e di addio alle misure anti- Covid, come l'hanno descritta i media statali, è avvenuto con l'immancabile senso d'incertezza condiviso con altri passeggeri a causa delle esperienze passate. «Un incubo lo abbiamo vissuto a giugno 2021», ha raccontato all'ANSA una giovane coppia nipponica: un isolamento di quattro settimane a causa di un contatto stretto con un passeggero positivo.

Il volo NH957 proveniente da Tokyo è atterrato con leggero anticipo, poco prima di mezzogiorno ed ecco già la prima sorpresa allo sbarco: nessun funzionario a segnalare il virus che sta flagellando a tappeto la Cina con l'incognita di un'ulteriore impennata di casi per l'esodo biblico dell'imminente festività del 'Chunyun', il Capodanno lunare durante il quale centinaia di milioni di operai e impiegati tornano nei villaggi e nelle città d'origine. Lo sbarco appare adesso ai visitatori quasi normale per la prima volta dopo tre anni, nell'atmosfera surreale di uno scalo deserto tra pochi voli internazionali e due moduli - uno online e l'altro cartaceo - da compilare dove la parola Covid è citata solo nella dichiarazione sanitaria dedicata al test obbligatorio effettuato nelle 48 ore dall'imbarco. Anzi, negli sforzi per fornire un'immagine rassicurante e di svolta, in base alle politiche della «ottimizzazione sanitaria» benedetta dal presidente Xi Jinping, sono apparse schiere di 'aiutanti all'ingressò, riconoscibili dalla giacca color celeste pastello, di tonalità molto simile a quello della nuova 'carta degli arrivì da consegnare al controllo dei passaporti che ha sostituito una simile ma gialla. Si sono qualificati proprio così, 'aiutanti all'ingressò: sono giovani poco più che ventenni che hanno il compito di spiegare le procedure da seguire prima della misurazione della temperatura corporea per intercettare possibili casi sospetti.

Ed è questo l'unico momento che tradisce la pandemia mai menzionata in modo esplicito, perché subito dopo, pur se in presenza molto discreta, ci sono gli operatori sanitari che potrebbero raccogliere i campioni del test anti- Covid. Ma è poca cosa rispetto al passato e all'angoscia di risultare positivi con tutte le relative conseguenze. Al controllo dei passaporti sono tornate le vecchie pratiche: rilevazione facciale e delle impronte digitali della mano sinistra mentre è sparita ogni cautela e uso di disinfettante. Infine, la corsa verso il ritiro dei bagagli e l'uscita senza ulteriori controlli, neanche da parte delle autorità doganali. Risultato: dallo sbarco al recupero dei bagagli c'è voluta un'ora circa, in base a tempi che non sono affatto male per gli standard dello scalo della capitale cinese. Senza dover più finire in quarantena.