Meloni, al Quirinale il giorno delle famiglie: la premier e i ministri al Colle con figli e partner

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Primo giorno di scuola anche per mamma e papà. Stavolta sono i figli a portare mano per mano i loro genitori per il primo, ufficiale, giorno di governo Meloni. I vari ministri del neo governo Meloni arrivano alla spicciolata, sorridenti, accompagnati da prole, mogli o mariti e fidanzate (vedi Matteo Salvini con i figli Mirta a Federico e poi, per qualche passo a favore di telecamera mano nella mano con Francesca Verdini), non senza aver mostrato dalla terrazza del Quirinale il cupolone di San Pietro alla sua bambina.

Giorgia Meloni (emozionata) non sbaglia nulla al giuramento: sobrietà in total-black e taglio netto con il berlusconismo

La first family

Prima di Giorgia Meloni, a varcare il portone del Quirinale è un gruppetto composto dal compagno della premier, Andrea Giambruno, mano nella mano con la figlia Ginevra. Con loro gli uomini dello staff della presidente di Fratelli d'Italia. Guido Crosetto, ministro della Difesa, è il più acclamato dai cameramen: «Guido ti vogliamo bene!», gridano alcuni e lui si avvicina per ricambiare: «Anche io vi voglio bene».

Poi si fa serio e confida: «Sento sulle mie spalle una grande responsabilità, chi va al governo rappresenta l'intera Nazione, 60 milioni di persone, non sono una parte...». Nel frattempo partono le dirette televisive. Anche per la Polonia, che ha messo in piazza davanti alla telecamera la giornalista della Tv di Stato, che non nasconde l'emozione: «Per il mio paese è una giornata storica». «La politica del mio paese si sposa con il governo di destra che si è appena formato in Italia», spiega soddisfatta. Il Guardasigilli Carlo Nordio, invece, è quello che si ferma a parlare più a lungo, rispondendo a tutte le domande.

«La riforma della ministra Cartabia, con la quale a breve avrò un incontro, andava nella direzione giusta», esordisce l'ex pm eletto nelle fila di Fdi, che promette la separazione delle carriere («È nel nostro programma»), la «piena attuazione del codice Vassalli, firmato da una medaglia d'argento della Resistenza» come la «revisione del codice penale, firmata da Mussolini, di cui nessuno parla». Il neo responsabile della Farnesina, Antonio Tajani, appare soddisfatto, non rilascia dichiarazioni, ma abbraccia i suoi fedelissimi, i parlamentari Mauro D'Attis, Raffaele Nevi e Francesco Battistoni, che lo attendono vicino l'auto blu. Sorride e sembra commossa Annamaria Bernini, che affida l'emozione del giuramento a un lungo video racconto sui social con la colonna sonora di Ambra Angiolini. L'ex capogruppo azzurro al Senato approdata all'Università e alla Ricerca, in ottimi rapporti con Tajani, viene salutata in maniera affettuosa dai fedelissimi del numero due di Fi. La responsabile alla Disabilità, la leghista Alessandra Locatelli, nel suo tailleur bianco riesce a filare dritto fino a raggiungere la macchina al lato della piazza, ma qualcuno si accorge di lei e inizia la corsa di cameramen e cronisti per prendere una battuta: «sono emozionatissima, scusatemi - dice con un sorriso - ci sarà modo e tempo di rispondere a tutte le vostre domande. Ora posso dirvi che mi impegnerò al massimo, darò il massimo». È lei l'ultima a lasciare la Piazza, poco dopo le 11.