Conferenza sul diritto internazionale umanitario

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E’ incentrata sul ruolo che della società civile e delle organizzazioni umanitarie la terza conferenza sul diritto internazionale umanitario, aperta dal Comandante Generale dell’Arma, Tullio Del Sette nell’Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri a Roma. “Un tema particolarmente etico”, quello affrontato nella due giorni, che ha preso il via oggi, così come ha voluto sottolineare il Comandante Generale Del Sette: “Il fatto stesso che sua Papa Francesco – ha spiegato - abbia ritenuto di concedere a tutti i partecipanti alla conferenza un’udienza speciale nella giornata domani, credo che sia un’ulteriore conferma proprio dell’importanza del tema che trattiamo e dell’importanza che spero potranno avere anche gli approfondimenti che verranno fatti in questa sede”.
 
Dalla lotta al terrorismo all’impegno umanitario messo in campo dal nostro Paese, fino al rischio foreign fighters, sono solo alcuni degli argomenti affrontati nel corso della conferenza dal Generale Del Sette, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Generale Claudio Graziano, dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti e dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano.
 
“Il tema del diritto umanitario – ha spiegato il ministro della Difesa, Roberto Pinotti - è centrale per il nostro futuro e per la pace che dobbiamo continuare ad alimentare”. E ha aggiunto: ““Mai come oggi la popolazione ha bisogno di tutela durante i conflitti armati, perché mai come oggi la popolazione è al centro, in senso fisico e concettuale, dei conflitti armati”. L’attenzione è stata richiamata anche sul gravissimo problema “costituito dall’utilizzo dei cosiddetti scudi umani e delle violenze sessuali”, ha concluso il ministro.
 
“Noi abbiamo un primato molto importante in Europa e nel mondo - ha spiegato il ministro degli Affari Esteri, Angelino Alfano - siamo uno di quei Paesi che è riuscito ad essere solidale e sicuro al tempo stesso. Abbiamo una intelligence che funziona molto bene, così come le nostre forze dell’ordine con i loro apparati interni di antiterrorismo”.
L’attenzione rimane massima e “dal punto di vista del rapporto internazionale, noi stiamo molto lavorando per rafforzare la cooperazione tra le agenzie di intelligence nel Mediterraneo e abbiamo sistemi di relazione che vogliamo sempre di più incentivare”.
 
Così come resta alto l’allarme foreign fighter che potrebbero tornare in Italia per una nuova vita dopo la caduta di Raqqa. “E’ un tema concreto e reale di cui tutti i Governi europei si stanno occupando” ha aggiunto il ministro Alfano “Noi abbiamo un livello di vigilanza molto alto. Al tempo stesso siamo stati uno di quei paesi ad avere un numero inferiore di meno foreign fighter rispetto ad altri con meno abitanti di noi. E’ chiaro che non si può abbassare la guardia e il livello di attenzione”. 
 
In merito è intervenuto anche il Comandante Generale, Del Sette: “Il disfacimento che è in atto sul piano territoriale – spiega - può comportare l’allontanamento di una serie di combattenti che non sono originari di quei luoghi, ma che potrebbero essere attratti dalle condizioni che potrebbero trovare nel nostro Paese, magari non per compiere altri atti terroristici, ma per riprendere una vita di altro tipo. Quello che dobbiamo fare è controllare attentamente e vigilare attentamente. Di ogni eventuale ingresso noi siamo perfettamente a conoscenza. Da quello che noi oggi sappiamo, possiamo essere abbastanza tranquilli. Fermo restando che abbiamo visto altrove realizzare degli attentati in maniera quasi casuale, improvvisa senza nessun tipo di organizzazione. Quindi in questo senso, siamo tutti esposti, anche se il lavoro che facciamo è enorme per evitare che questa ipotetica esposizione possa tradursi in qualche atto di aggressione sul nostro territorio”.
 
Il Commissario europeo per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi S.E. Chrìstos Stylianidìs, ha dato inizio ai lavori della conferenza, a cui prendono parte importanti relatori tra cui il delegato per il Sud Europa dell’Alto Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite Stephane Jaquemet, l’Ambasciatore Staffan De Mistura inviato speciale dell’ONU in Siria, l’Ambasciatrice Elisabetta Belloni, Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e illustri accademici delle più importanti università internazionali.