Siringhe e profilattici, erba alta e incolta, escrementi tra le bare, furti sempre più frequenti, scalini e cornicioni pericolanti. Questa è soltanto una parte dello scenario che quotidianamente si presenta agli occhi dei cittadini che vanno a far visita ai propri cari. Uno scenario da film dell’orrore che non risparmia nessuno dei 140 ettari del cimitero Flaminio, a Prima Porta, - nato da un progetto dell’architetto Elena Luzzatto, consacrato nel 1941 e considerato capolavoro di architettura cimiteriale contemporanea -, confermando quanto incuria e abbandono siano epidemie difficili da debellare.
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