Tumori, i malati spendono ogni anno 5 miliardi di tasca propria: lavoro a rischio

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Giovedì 16 Maggio 2019, 13:27 - Ultimo aggiornamento: 17:40

Oltre alla malattia, anche i costi da dover affrontare e che pesano sui bilanci familiari. I malati di tumore spendono ogni anno di tasca propria 5 miliardi di euro tra visite, farmaci, trasporti, viaggi ma anche per assistenza e badanti. E questo nonostante il Servizio sanitario nazionale (Ssn) destini a questi pazienti circa il 14% della spesa sanitaria complessiva, una quota pari a circa 16 miliardi di euro nel 2018. Ed a rendere ancora più complessa la quotidianità dei malati oncologici è anche la difficoltà a conservare il proprio posto di lavoro, soprattutto per le donne ed i lavoratori autonomi. 

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A puntare i riflettori sulle diverse facce della malattia è l'11/mo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, promosso dalla Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) e realizzato da Datamining, in collaborazione con Aimac, INT di Milano e Pascale di Napoli, presentato oggi in Senato in occasione della 14/ma Giornata nazionale del malato oncologico. Tra le voci di spesa, il 57,5% dei 1.200 malati rispondenti all'indagine (corrispondenti a circa 1milione e 900 mila pazienti) ha speso per visite ed accertamenti in media 406 euro l'anno (156,4 euro per prestazione, per una media di 2,6 prestazioni in un anno); il 39,3% (pari a circa 1milione e 300mila malati) ha speso per trasporti 797,5 euro in un anno; il 15,7% (pari a 518mila malati) ha speso per spese alberghiere e vitto in media 1.180 euro in un anno e il 4,9% (pari a quasi 162mila malati) ha speso per la chirurgia ricostruttiva in media 2.603,5 euro a prestazione, per una media di 1 prestazione per anno. 

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Inoltre, il 5,4% (corrispondente a 178mila pazienti) ha speso per colf, assistenti domiciliari e badanti in media 1.371 euro in un anno. In totale, la spesa sostenuta direttamente dai malati è pari a 2,6 miliardi (stabile rispetto alla precedente indagine Favo del 2012) per spese mediche e 2,2 miliardi (contro i 2,1 del 2012) per spese non mediche. Spese alle quali si aggiunge pure la preoccupazione di non riuscire a conservare il posto di lavoro, soprattutto per le donne (che hanno perso giornate di lavoro o studio nel doppio dei casi degli uomini), per i lavoratori in età tra 55 e 64 anni (che nel 45,8% dei casi hanno perso da 6 mesi ad un anno di lavoro nel corso dell'ultimo anno) e per i lavoratori autonomi. Così, solo il 55% dichiara di aver potuto mantenere il proprio reddito ai livelli precedenti ed il 64,3% dei malati intervistati afferma che il complesso delle spese sostenute nell'ultimo anno ha inciso molto o abbastanza sul bilancio familiare.

Insomma, «a distanza di 6 anni dalla precedente ricerca, la situazione sociale dei malati di cancro non sembra essere migliorata, ed anzi le difficoltà psicologiche, economiche e lavorative sembrano essersi aggravate. È urgente rivedere radicalmente il quadro dei supporti economici e sociali che fanno da contorno alle cure cliniche», sottolinea Carla Collicelli del CNR-ITB, tra le autrici del Rapporto. Da qui la proposta Favo, spiega il presidente Francesco De Lorenzo, di «ridiscutere i parametri della detraibilità dei costi associati alla malattia in sede di regime fiscale» viste le dimensioni dei costi economici a carico dei malati. E per Giordano Beretta, presidente eletto della Associazione italiana di oncologia medica, fondamentale è anche agire sulle liste di attesa, i cui tempi spingono i pazienti in vari casi ad effettuare accertamenti al di fuori del Ssn.

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