Alcuni esempi più eclatanti? Un singolare post del politico colombiano: la foto è stata condivisa da Gustavo Petro, che ha corso la primavera scorsa per le presidenziali (ha perso contro il suo rivale Ivan Duque). Nel suo tweet, ha scritto: «Questa è la manifestazione a Parigi contro l’aumento del prezzo della benzina». E ha poi incoraggiato i suoi seguaci a unirsi a lui in una protesta simile contro la tassa sul cibo in Colombia. Ma per chiunque abbia seguito le proteste di gilet gialli, la fotografia già al primo colpo d’occhio sembra strana: mancano, infatti, tra migliaia di manifestanti proprio i gilet gialli. Basta fare una semplice ricerca di immagini inversa per vedere che questa è in realtà una vecchia foto. È stata scattata l’11 gennaio 2015 e mostra una marcia di solidarietà che si è tenuta sempre a Parigi dopo che i terroristi hanno attaccato la redazione della rivista satirica Charlie Hebdo.Esta es la.manifestacion en Paris contra el alza en el precio de la gasolina. Acaso dicen que interfieren el tráfico o que son vándalos?
— Gustavo Petro (@petrogustavo) 19 novembre 2018
Así es la democracia amigos y amigas.
Una así necesitamos el 28 de noviembre para detener el IVA a la comida.
Me acompañan? pic.twitter.com/buVMEuUe7t
Una seconda immagine è iniziata a rimbalzare sui siti, falsa pure quella. «Una ghigliottina per un’altra occasione», era il senso della foto. Lo scatto mostra una ghigliottina equipaggiata da persone che indossano giubbotti gialli. Una pagina Facebook in italiano ha aggiunto questo testo alla foto: «...la speranza sta arrivando in Europa», e, in basso: «Starter pack». Attorno alla ghigliottina c’è un nastro giallo brillante abbinato al colore dei giubbotti. Una ricerca di immagini al contrario rivela che questa è una vecchia foto che è stata ritoccata. Come hanno sottolineato i fact-checker di Afp Factuel, la fotografia originale risale al gennaio 2018 e mostra una protesta organizzata da un’unione francese per denunciare simbolicamente i tagli al bilancio della cultura. I giubbotti gialli sono stati aggiunti in modo digitale alle persone nella foto e il nastro, che in origine era rosso, è stato cambiato in giallo.
A girare c’è anche un video particolarmente popolare condiviso più di 7.600 volte sulla pagina Facebook in lingua araba per la stazione televisiva satellitare algerina El Djazairia One. La didascalia recita: «Il parlamento francese è stato chiuso dai cittadini con blocchi di cemento». Tuttavia, entrambe le ali del parlamento francese - il Senato e l’Assemblea nazionale - sono ospitate in edifici molto più grandi di quello che compare nel filmato. Quindi cosa mostra davvero questo video? C’è un indizio nella foto: un cartello sul cancello dice “Nouvelle Aquitaine”, che è una regione nel sud-ovest della Francia. Quindi, con Google su alcune parole chiave in francese come “Nouvelle Aquitaine”, “gilets jaunes” (“yellow vests”) e “mur” (“wall”), bastano pochi minuti per trovare un articolo recente di un Canale TV locale che mostra la stessa scena, davanti allo stesso cancello. Si scopre così che i manifestanti ripresi facevano effettivamente parte del movimento dei gilet gialli, ma questa scena non si è svolta negli edifici del Parlamento francese a Parigi; è successo nell’edificio del consiglio regionale a Limoges, una città di provincia nella regione appunto della Nouvelle Aquitania. Secondo i giornalisti locali, circa 24.000 manifestanti hanno preso parte alle proteste di Limoges il 24 novembre, e alcuni di loro sono riusciti a costruire un muretto che bloccava l’ingresso principale del consiglio regionale. Insomma la fantasia a volte supera la realtà.
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