Expo, la piazza della biodiversità di Slow Food. Petrini: non sia una occasione persa

Expo, la piazza della biodiversità di Slow Food. Petrini: non sia una occasione persa
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Martedì 19 Maggio 2015, 23:40 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 15:25
Un padiglione a basso impatto ambientale, un'installazione che continuerà a vivere anche dopo Expo 2015, per raccontare il valore della biodiversità. È questo lo spazio di Slow Food a Expo, una «Piazza della Biodiversità» concepita secondo l'architettura delle cascine lombarde.



Al centro aiuole in legno con coltivazioni di menta, origano, basilico e moltissime altre piante che profumano l'ambiente. Al centro di esse un cartello spiega lo spirito della presenza di Slow Food ad Expo: «Non avvelenare l'agricoltura con pesticidi dannosi per la salute».



La Cascina l'ha pensata e disegnata l'architetto svizzero Jacques Herzog: percorsi didattici per spiegare cosa significhi agricoltura sostenibile, autosufficienza alimentare, sicurezza e produzione ecologica, il tutto raccontato con l'aiuto di guide multimediali. «Carlo Petrini è stato l'unico momento ispiratore di Expo a livello contenutistico - ha commentato Herzog inaugurando la Piazza -. Mentre gli altri padiglioni mi sembrano ridicole capriole architettoniche senza contenuti».



Lungo i percorsi della bioversità momenti di educazione per il «consumatore consapevole», e una mostra fotografica per raccontare i continenti e il loro rapporto con il cibo e le coltivazioni. Un grafico, poi, per mostrare come l'Italia sia al sesto posto per numero di adulti con problemi di obesità.



Alla Piazza della Biodiversità si può poi entrare in contatto con «I sensi del cibo», un suggestivo percorso dove «imparare» i prodotti attraverso l'olfatto e il tatto. Teche in legno dove il visitatore può

toccare e annusare ortaggi e legumi.



La piazza propone poi ogni giorno 32 cortometraggi per raccontare il cibo, mentre in sottofondo passano 627 diversi brani musicali che accompagnano la visita. Le più attese in questa piazza per Slow Food sono le scuole: per loro saranno previsti percorsi didattici mirati che parleranno di lotta allo spreco e solidarietà tra popoli.



Così com'è Expo, «è un'occasione persa, si poteva fare di più», dice Carlin Petrini che si è presentato ad Expo per inaugurare lo spazio del «suo» Slow Food. Non è contento, e lo ribadisce: «I Paesi hanno investito grandi somme sull'architettura dei loro Padiglioni ma hanno dimenticato i contenuti. E, soprattutto, i contadini che con il loro lavoro sfamano il mondo. Dovrebbero essere la vera anima dell'esposizione. Invece...Diciamo che sui contenuti si poteva fare molto di più. Cercheremo di farlo noi».



Dalla «Piazza della Biodiversità» del padiglione, inaugurata insieme all'architetto svizzero, Jacques Herzog, Petrini ribadisce critiche già espresse: «Il focus doveva essere più sulla produzione agricola e sul nutrire il pianeta. Invece vedo Nazioni che nei loro territori non rispettano i contadini fare qui un figurone». È proprio in questo senso che Expo secondo Petrini «ha perso un'opportunità».



La colpa? «L'insipienza della politica italiana. L'Italia ha avuto il privilegio di essere il Paese che poteva prendere in mano questi temi e diventare un'agorà internazionale, non ha avuto dei leader politici che sapessero interpretare l'altezza dell'argomento». Un argomento che a suo avviso passa attraverso la biodiversità, la lotta contro la fame, la riduzione dello spreco, la difesa delle piccole comunità agricole: «tutto questo avrebbe dovuto essere più presente».



Ad ascoltare il suo intervento, nella Piazza di Slow Food, il commissario unico, Giuseppe Sala. Che non dice una parola. «Mi sembra corretto paragonarlo al Cireneo - dice Petrini riferendosi a lui -. Ossia a una persona di buona volontà che aiuta a portare la croce, ma che certo non risolve il problema».



Petrini è critico sulla presenza delle multinazionali come McDonalds, che ha un ristorante proprio accanto allo spazio Slow Food: «In tutte le città del mondo esiste Slow Food ed esiste McDonalds. Il problema è che dovendo parlare di cibo, è importante capire la differenza che c'è tra il prezzo e la qualità».



Affinchè Expo non sia un'opportunità «del tutto sprecata», Slow Food si impegna «a parlare di futuro del cibo. È questo il tema fondamentale. Nello spazio Slow Food andiamo al cuore del problema, senza mediazioni. Un proverbio marocchino dice che una sedia vuota non paga mai. Ecco perchè siamo qui e faremo il nostro lavoro». Consiste in primo luogo nel portare a Expo il messaggio più autentico, quello di Terra Madre: «Dal 3 al 6 ottobre Milano accoglierà migliaia di giovani contadini, pescatori e allevatori. Arriveranno da 170 Paesi. Abbiamo bisogno del vostro aiuto per farli venire a Milano».



Un appello accolto subito dal patron di Eataly, Oscar Farinetti, presente all'inaugurazione: «Ci daremo da fare per dare una mano. È vero che a livello di contenuti si poteva fare di più, ma è per questo che Carlin Petrini ed io cercheremo di dare il nostro contributo: il 19 settembre, ad esempio, Eataly organizzerà qui a Expo un grande concerto con Edoardo Bennato, al quale abbiamo invitato i nostri 6mila fornitori, che arriveranno in pullman da tutta Italia».



In merito alle dichiarazioni rilasciate da Petrini «ci domandiamo perché chi proclama l'importanza della biodiversità non accetti poi l'idea della diversità dell'offerta e soprattutto non dimostri rispetto per la libertà e la capacità di scelta delle persone - replica in una nota McDonald’s Italia -. Expo rappresenta il luogo in cui l'offerta di cibo e di ristorazione raggiunge il suo apice per qualità, quantità e varietà. Noi siamo soddisfatti e orgogliosi di servire in Expo 6000 pasti giornalieri di qualità e a un prezzo accessibile, con ingredienti che provengono dagli agricoltori italiani. Migliaia di persone ci scelgono liberamente, magari dopo essere passate a visitare l'immenso, triste e poco frequentato padiglione di Slow Food. E siamo orgogliosi che per il nostro progetto Fattore Futuro, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell'Agricoltura, si siano candidati oltre cento giovani agricoltori da tutta Italia - continua la nota di McDonald’s -. Forse perché offriamo una reale opportunità di lavoro e non della filosofia approssimativa condita di retorica terzomondista. L'ideologia non sfamerà il pianeta. Crediamo che chi è in Expo debba accettare l'idea di non essere l'unico detentore della verità, superando contrapposizioni che erano già vecchie trent'anni fa. Slow Food oggi è una grande realtà internazionale, una specie di multinazionale: è triste pensare che abbia ancora bisogno di opporsi a McDonald's per darsi un'identità. Non meno importante sottolineare che McDonald's - conlcude la replica - è presente in Expo dopo aver partecipato a un regolare bando pubblico, mentre - a quanto si legge sui giornali - per altri filosofi del cibo che dispensano giudizi non è stato necessario partecipare a nessuna gara».