Coronavirus, l'appello di un 34enne: «Non è uno scherzo, ero sanissimo e ora ho segni indelebili»

Coronavirus, l'appello di un 34enne: «Non è uno scherzo, ero sanissimo e ora ho segni indelebili»
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Lunedì 6 Luglio 2020, 19:08 - Ultimo aggiornamento: 22:52

«Voglio fare un appello a tutti, ma specialmente ai più giovani che tendono a sottovalutare i rischi: ho contratto il coronavirus e dopo tre mesi di ricovero porto con me i segni indelebili della malattia». Inizia così la denuncia di Marc, un uomo di 34 anni che ha seriamente rischiato di morire dopo essere stato contagiato dal Sars-CoV-2 e che, una volta dimesso, ha dovuto iniziare un lunghissimo percorso di riabilitazione.

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Gli effetti del Covid di questo giovane, che vive a Sabadell (Catalogna), in Spagna, sono stati devastanti: oggi Marc è costretto a stare su una sedia a rotelle e riesce a parlare a fatica. Per questo, lo attende un duro e lungo periodo di riabilitazione, senza neanche la certezza totale di poter tornare a vivere la stessa vita prima; nonostante le difficoltà a parlare, ha deciso di lanciare un appello, riportato da 20minutos.es: «Ero sanissimo, non avevo alcuna patologia pregressa ed ero paucisintomatico. Eppure, in pochi giorni mi sono ammalato gravemente e ho rischiato di morire».

«Ora sto bene, ma ho passato tre mesi in ospedale. I primi sintomi che ho avuto erano stati febbre e diarrea, mi hanno fatto subito il tampone ed ero positivo ma non stavo così male da dover essere ricoverato, così ero tornato a casa. In pochi giorni, però, la malattia ha avuto effetti devastanti: una polmonite mi ha causato una tromboembolia polmonare e due arresti cardiaci» - spiega Marc - «Mi rivolgo a tutti ma soprattutto ai più giovani: il Covid non è uno scherzo e non è una malattia che colpisce solo gli anziani, cercate di essere responsabili e proteggetevi».

Secondo i medici che lo hanno curato, ora Marc dovrà sottoporsi ad una riabilitazione di almeno un anno, ma al momento è presto per scongiurare ogni conseguenza della malattia: «Ha riportato danni cerebrali, non possiamo escludere che possa soffrire, per il resto della sua vita, di deficit motori o neurologici. Lo potremo dire con certezza solo più avanti».

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