Guido Crosetto: «Interventi per almeno 20 miliardi, il sistema italiano sta per esplodere»

«Un patto sociale contro la crisi energetica»

Guido Crosetto: «Interventi per almeno 20 miliardi, il sistema italiano sta per esplodere»
di Alberto Gentili
6 Minuti di Lettura
Domenica 11 Settembre 2022, 01:12 - Ultimo aggiornamento: 10:16

«Draghi non faccia l’offeso perché è stato sfiduciato, intervenga subito contro il caro bollette. Se non lo fa, crolla tutto: le famiglie e le imprese arriveranno morte a fine ottobre, inizio novembre, quando si formerà il nuovo governo. E qui si rischia la guerra civile».

Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia ed amico fidato di Giorgia Meloni, va con toni allarmati in pressing sul premier. Anche perché i promessi vincitori, secondo i sondaggi, delle elezioni non vogliono arrivare a palazzo Chigi «con un Paese in macerie». In più, Crosetto parla di un «patto sociale» per fronteggiare la crisi energetica.


E’ questo il senso della decisione di Meloni di andare in Parlamento giovedì per discutere delle misure e delle risorse necessarie per il nuovo decreto Aiuti?
«Giorgia, come chiunque vada in giro sul territorio e parla con imprenditori e cittadini, sa che sta per esplodere il sistema economico italiano.

E sa che le famiglie e le imprese non possono aspettare che si voti e si faccia un governo perché, appunto, vi arriverebbero morte. Dunque Draghi deve necessariamente fare un intervento immediato».


Però il governo è in ordinaria amministrazione, ha le mani legate.
«Quando ci sono fatti così drammatici, come una crisi devastante di sistema innescata dal caro energia e dall’inflazione, non esiste l’ordinaria amministrazione se tutto il Paese gli chiede di intervenire. Il governo Draghi non può fare l’offeso, deve agire. Non può lasciare morire l’Italia per dispetto. Ogni giorno perso sono centinaia di aziende perse, migliaia di poveri in più. Ricordo che in Belgio l’esecutivo degli affari correnti è rimasto in carica due anni e ha governato».


Fdi sarebbe disposta a votare le misure che proporrà Draghi?
«Tutti stanno chiedendo un intervento sulle bollette, non so cosa proporrà. Meloni ha detto che quel giorno non farà campagna elettorale ma sarà presente in Parlamento, insieme a tutti i deputati di Fdi, per garantire che in aula ci sia il numero legale per mettere al voto il provvedimento. E si aspetta che tutte le altre forze politiche facciano la stessa cosa».


Quali dovrebbero essere gli interventi da adottare?
«Il governo deve anestetizzare l’effetto dell’impennata delle bollette del gas e della luce su famiglie e imprese. Nessuno può pagare bollette dieci volte più alte senza avere drammatici problemi di sopravvivenza. Le aziende chiudono perché non possono produrre in perdita, le famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese. E noi dobbiamo preservare il sistema economico e sociale italiano. C’è una crisi che, sommata all’inflazione, è l’humus per una guerra civile potenziale che se parte sarà inarrestabile. Mi chiedo come facciano a non capirlo».


Ma in concreto cosa si dovrebbe fare?
«Meloni lo dice da tempo: tetto europeo al gas, staccare il prezzo dell’elettricità da quello del gas. Per me si dovrebbe anche ragionare sulla possibilità di fissare un prezzo massimo per le bollette, come accade in Francia. Le faccio un esempio: il prezzo del gas era di x euro al kw e poi schizza a 5 volte in più, ebbene il governo decide che per famiglie e imprese il prezzo rimane quello fissato».


Con quali risorse? FdI resta contrario allo scostamento di bilancio?
«Parlano loro stessi di entrate fiscali superiori a ciò che pensavano. Oppure Draghi ha l’autorevolezza ad esempio per poter utilizzare i fondi europei per lo sviluppo che non abbiamo speso, dovremmo restituire e che ammontano a più di 20 miliardi. Se l’Europa non vuole lo scostamento, ci autorizzi a usare queste risorse che sono nostre».


Lei ha detto che se «l’Italia si vorrà salvare dovrà unire le energie migliori perché non si esce da un mare in tempesta da soli». Conte dice di sentire puzza di larghe intese...
«Conte ha sempre capito poco di politica ed ancor meno di senso delle istituzioni. Per lui l’unica cosa importante è stare a palazzo Chigi e per andarci farebbe patti anche con il diavolo. Giorgia ha detto che metterà assieme tutte le persone che credono nel suo progetto, suo di centrodestra, di rinnovamento dell’Italia, scrostando il Paese da chi occupa il potere per amicizia o per appartenenza paralizzando l’intera amministrazione pubblica. Ciò detto, tutti devono sapere che dovremo remare dalla stessa parte: o usciamo dalla crisi aiutandoci a vicenda, oppure falliremo».


Sta proponendo un patto al Pd e altre forze politiche?
«No, è innanzitutto un patto sociale rivolto agli uomini liberi e forti. Ci sono uomini del Pd, tesserati Pd, in tutta l’amministrazione pubblica. Ebbene, queste persone dovranno servire lo Stato e tirare tutte nella stessa direzione per salvare imprese e famiglie, non fare la guerra ad una maggioranza che non vorrebbero».


In concreto quale profilo avrà il governo Meloni, se vincerà?
«Se, come dicono i sondaggi, Meloni avrà un’ampia maggioranza ed avrà l’incarico da Mattarella formerà un governo chiamando le migliori personalità alternative alla sinistra che ha l’Italia. Non guarderà se sono amici o se hanno avuto o hanno la tessera di FdI, Lega o FI. Guarderà solo alla loro competenza. Giorgia non sarà una donna sola al comando».


La sua eventuale legge finanziaria rispetterà i vincoli di bilancio?
«Secondo le nuove regole di intervento della Bce, se vuoi avere il suo supporto e non avere spread troppo alti, impongono il dialogo con Commissione e Bce. Poi bisognerà vedere i conti che lascerà il governo Draghi: ho l’impressione che abbia utilizzato già adesso soldi che non c’erano, dunque non c’è stata quella proclamata attenzione e serietà nella sostenibilità dei conti».


C’è in mente qualche misura simbolo?
«La prima sarà il taglio del cuneo fiscale: bisogna bilanciare gli effetti dell’inflazione sui salari e gli stipendi. Poi il più assumi meno paghi e la pace fiscale con uno spostamento in avanti, di uno due-anni, delle scadenze delle cartelle esattoriali: non si possono pagare con le bollette alle stelle e con l’inflazione galoppante».

© RIPRODUZIONE RISERVATA