Calenda: «Noi l’Italia del Sì». Gas, rifiuti e infrastrutture: ecco le posizioni del Terzo Polo

Azione e Iv in campo contro la logica del “no” di chi rifiuta gli impianti strategici

Calenda: «Noi l’Italia del Sì». Gas, rifiuti e infrastrutture: ecco le posizioni del Terzo Polo
di Francesco Malfetano
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Giovedì 8 Settembre 2022, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 10:18

«Sì alle infrastrutture, all’indipendenza energetica, allo sviluppo e al lavoro». Carlo Calenda e il Terzo polo guidano «l’Italia del sì». E lo fanno direttamente dai luoghi simbolo delle grandi opere italiane, spesso paralizzate dall’opposizione di comitati Nimby (“Not in my backyard”, letteralmente “Non nel mio cortile”) e dalla politica locale o nazionale: Roma, Piombino, Melendugno, Ravenna, Genova, Tempa Rossa e Brescia.

LA GIORNATA 
L’intera prima linea di Azione e Italia viva ieri è scesa in piazza per spiegare le ragioni delle grandi opere strategiche. E lo ha fatto, sui rispettivi canali social, direttamente dalle aree oggetto della contesa. Ad esempio dalla banchina della città livornese dove Snam ha intenzione di posizionare la nave rigassificatrice Golar Tundra. «La nave di Piombino è fondamentale - ha spiegato Calenda - porta 5 miliardi di metri cubi di gas, quasi il 10%, quello che potrebbe mancare». Con il piglio battagliero di sempre, il leader di Azione - che aveva anche chiesto inutilmente un incontro al sindaco di Piombino - si è confrontato con diversi comitati accorsi per contestarlo ma andati via dopo un faccia a faccia rispettoso. «Abbiamo discusso nel merito, e nel merito gli ho spiegato perché dal mio punto di vista hanno torto, ma sono persone perbene e serie» ha tenuto infatti a precisare ai cronisti. 


LA SINDROME
«Dobbiamo vincere la sindrome Nimby, quella sindrome per cui anche chi è consapevole dell’esigenza di realizzare gli impianti, non li vuole “nel proprio giardino”» gli ha fatto eco la ministra Mariastella Gelmini che, invece, ha piazzato la propria postazione davanti al termovalorizzatore A2A di Brescia. Vale a dire «Dove possiamo toccare con mano la realtà di impianti che si possono fare, salvaguardando l’ambiente». Accanto a lei anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che ha insistito: «Siccome questa crisi è partita con il termovalorizzatori, quello di Roma, noi siamo qui a dire che i termovalorizzatori fanno bene e la crisi invece fa male». E non a caso Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Iv, si è collegata invece dalla Capitale, con in bella vista alle spalle alcuni cassonetti di rifiuti, dicendosi disponibile anche a presidiare militarmente l’area pur di portarlo a termine. E ancora Matteo Richetti si è collegato da Ravenna (l’altra sede del rigassificatore), e Raffaella Paita a Genova a sostegno della Gronda. Ma la rappresentazione più evidente del concetto anti-Nimby (definito, appunto “Inmby”, “Nel mio giardino”) è stata riportata anche dalla sottosegretaria Teresa Bellanova, connessa da Punta Cassano Melendugno, in Puglia, la terra del Tap. «Le infrastrutture energetiche servono, vanno realizzate e vanno difese - ha spiegato - Se non avessimo difeso in ogni modo la realizzazione di Tap l’anno scorso non avremmo avuto approvvigionamenti sicuri e calmierati».
Il Terzo polo in pratica, punta ad intestarsi quella porzione di italiani non più disposta ad attendere una crisi perché qualcosa si muova sul fronte delle grandi opere: «Se continuiamo a votare le persone che dicono no a tutto poi dobbiamo fare poi le cose in emergenza» ha concluso Calenda.
 

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