Giorgia Meloni rompe gli indugi. Determinata a non ereditare, in caso di vittoria, «un Paese in macerie, con negozi e aziende chiuse e famiglie in povertà», ha deciso di lanciare il pressing su Mario Draghi per avere «subito» interventi sul fronte del caro-bollette. E sulla stessa linea di muovono Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Insomma, il centrodestra è unito almeno sul fronte della crisi energetica. Con una precisazione: il premier ha già avviato l’iter del terzo decreto Aiuti e attende solo il “sì” del Parlamento alla relazione approvata giovedì dal Consiglio dei ministri. Dunque, il vero nodo sono merito e risorse. Non il timing. Draghi, che esclude di fare altro debito con uno scostamento di bilancio, intende fermarsi a 12-13 miliardi. Salvini invece parla di 30. E Fratelli d’Italia di «oltre 20». Come? «Attingendo ai fondi europei per lo sviluppo che non sono stati spesi», propone Guido Crosetto, braccio destro di Meloni. «Lo scostamento è l’extrema ratio», puntualizza la leader di FdI.
Meloni, di buon mattino e prima dei tre comizi a Trento, Bolzano e Mestre, annuncia che giovedì prossimo sospenderà la campagna elettorale. «Sarò al mio posto in Parlamento per discutere del decreto Aiuti, delle disponibilità economiche per sostenere gli italiani e di quello che è necessario fare. Auspico che tutte le forze politiche abbiano lo stesso senso di responsabilità».
Fratelli d’Italia è in fermento.
Il pressing
Di certo, c’è che pure Berlusconi spinge sul pedale dell’acceleratore: «Chiediamo al governo un intervento immediato per sterilizzare gli aumenti, il nuovo decreto Aiuti non può più aspettare neanche un giorno». E che per Salvini, deciso a essere l’interfaccia del mondo produttivo del Nord, la questione energetica è diventata «l’assoluta priorità». «Servono almeno 30 miliardi per bloccare bollette di luce e gas e salvare milioni di posti di lavoro. Cosa si sta aspettando? La Lega chiede da tempo un decreto sostanzioso che possa aiutare famiglie e imprese. Si muove tutta l’Europa, la Gran Bretagna anche, l’Italia quando?», twitta. Per poi aggiungere: «La Lega non chiede 160 miliardi, ma almeno 30. Il governo ha il dovere di metterli sul tavolo adesso». Segue appello a Pd e 5Stelle: «Troviamoci e firmiamo un decreto urgente da 30 miliardi, altrimenti sarà una strage. Come per il Covid è stata una strage di vite, qui è una strage di aziende e posti di lavoro».
Da registrare, infine, la precisazione di Meloni. La leader di FdI chiarisce che il suo braccio destro non ha proposto un esecutivo di larghe intese in un’intervista d Avvenire: «Crosetto ha parlato della necessità di uscire dalle contrapposizioni ideologiche e liberare le energie migliori per affrontare le sfide che abbiamo davanti. FdI è sempre stata contraria ai governi arcobaleno e non cambierà idea ora».
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