Bollette, Meloni ferma la campagna elettorale: «Votiamo subito gli aiuti»

La leader di FdI giovedì alla Camera per il decreto: «Tutti siano responsabili». Salvini insiste per lo scostamento da 30 miliardi. E accusa: Pd e M5S vogliono il caos

Bollette, Meloni ferma la campagna elettorale: «Votiamo subito gli aiuti»
di Alberto Gentili
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Domenica 11 Settembre 2022, 01:09 - Ultimo aggiornamento: 12:28

Giorgia Meloni rompe gli indugi. Determinata a non ereditare, in caso di vittoria, «un Paese in macerie, con negozi e aziende chiuse e famiglie in povertà», ha deciso di lanciare il pressing su Mario Draghi per avere «subito» interventi sul fronte del caro-bollette. E sulla stessa linea di muovono Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Insomma, il centrodestra è unito almeno sul fronte della crisi energetica. Con una precisazione: il premier ha già avviato l’iter del terzo decreto Aiuti e attende solo il “sì” del Parlamento alla relazione approvata giovedì dal Consiglio dei ministri. Dunque, il vero nodo sono merito e risorse. Non il timing. Draghi, che esclude di fare altro debito con uno scostamento di bilancio, intende fermarsi a 12-13 miliardi. Salvini invece parla di 30. E Fratelli d’Italia di «oltre 20». Come? «Attingendo ai fondi europei per lo sviluppo che non sono stati spesi», propone Guido Crosetto, braccio destro di Meloni. «Lo scostamento è l’extrema ratio», puntualizza la leader di FdI.

Meloni, di buon mattino e prima dei tre comizi a Trento, Bolzano e Mestre, annuncia che giovedì prossimo sospenderà la campagna elettorale. «Sarò al mio posto in Parlamento per discutere del decreto Aiuti, delle disponibilità economiche per sostenere gli italiani e di quello che è necessario fare. Auspico che tutte le forze politiche abbiano lo stesso senso di responsabilità».
Fratelli d’Italia è in fermento.

I sondaggi danno il partito di Meloni saldamente in testa e, come dice Fabio Rampelli, «non vogliamo partire con mille ostacoli e con la strada in salita se dovessimo andare al governo». Ergo, «Draghi fermi subito l’impennata dei prezzi delle bollette e aiuti famiglie e imprese con un tetto al prezzo delle bollette e il disaccoppiamento del costo di gas e luce. Noi siamo pronti a votare il provvedimento in Parlamento se non conterrà brutte sorprese». «Il problema», aggiunge Giovanbattista Fazzolari, responsabile del programma, «è che le forze di maggioranza frenano per il loro tornaconto, senza avere riguardo per il problemi di imprenditori e cittadini». Un sospetto condiviso da Salvini: «Pd e M5S non vogliono fare nulla perché più casino ci sarà, più problemi avrà il centrodestra al governo».

Il pressing

Di certo, c’è che pure Berlusconi spinge sul pedale dell’acceleratore: «Chiediamo al governo un intervento immediato per sterilizzare gli aumenti, il nuovo decreto Aiuti non può più aspettare neanche un giorno». E che per Salvini, deciso a essere l’interfaccia del mondo produttivo del Nord, la questione energetica è diventata «l’assoluta priorità». «Servono almeno 30 miliardi per bloccare bollette di luce e gas e salvare milioni di posti di lavoro. Cosa si sta aspettando? La Lega chiede da tempo un decreto sostanzioso che possa aiutare famiglie e imprese. Si muove tutta l’Europa, la Gran Bretagna anche, l’Italia quando?», twitta. Per poi aggiungere: «La Lega non chiede 160 miliardi, ma almeno 30. Il governo ha il dovere di metterli sul tavolo adesso». Segue appello a Pd e 5Stelle: «Troviamoci e firmiamo un decreto urgente da 30 miliardi, altrimenti sarà una strage. Come per il Covid è stata una strage di vite, qui è una strage di aziende e posti di lavoro».
Da registrare, infine, la precisazione di Meloni. La leader di FdI chiarisce che il suo braccio destro non ha proposto un esecutivo di larghe intese in un’intervista d Avvenire: «Crosetto ha parlato della necessità di uscire dalle contrapposizioni ideologiche e liberare le energie migliori per affrontare le sfide che abbiamo davanti. FdI è sempre stata contraria ai governi arcobaleno e non cambierà idea ora».

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