Concita Borrelli
Concita Borrelli

Voglia di vacanza/ ​Il mare ci aspetta sarà un ritorno alla vita normale

di Concita Borrelli
3 Minuti di Lettura
Martedì 13 Aprile 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 00:18

L’abbiamo vista passare la Giornata del mare, l’11 aprile, per farci ripetere, da radio e tv: “Salviamolo dalla plastica! Lo stiamo soffocando!”. Tutto vero. Tutto molto grave. Ma tra noi e noi ci siamo detti altro, di disperante banalità. 

Mare Nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo colore: il blu, il blu cobalto, l’azzurro, il verde smeraldo, il verde fondo, il bianco della spuma quando ondeggi, il grigio nei giorni di burrasca e nelle tele di John Constable. Colorazioni fuggite dalla nostra ottica. In loro luogo il rosso, il rosso rinforzato, l’arancione, il giallo! Il colore delle nostre regioni piegate dal Covid19 che stanno partecipando obbligate di questo gioco al massacro dell’indice Rt. Eppure stiamo sognando. E sperando. E prenotando. I numeri ci dicono del boom verso Sardegna e Salento! 

Vogliamo il mare. E il chiasso che porta con sé. I tuffi. Gli schizzi. Gli abbracci bagnati. Le schiacciate di palla sulla battigia. I tramonti sazi di aperitivi di cui i ragazzi non saranno mai sazi. E il nostro stupore misto ad invidia per i puntini all’orizzonte. Barche. Lente. Cullate. Di vita sconosciuta. Vogliamo il mare ed il suo silenzio superbo. Quando mettiamo la testa sotto e ci rendiamo conto di poterci allontanare. Puntare il pesce e lasciare la nostra vita. Sprezzarne i dolori. E dimenticare. E non voler risalire. Quasi fossimo stati feriti a morte dal mondo di sopra. 

Giù invece segnaleremo al mondo un nuovo mondo. Inaugurata proprio durante la Giornata del mare è stata attivata da parte della Guardia costiera la nuova funzionalità avvistamenti. Avremo l’opportunità di segnalare in diretta, attraverso il nostro smarthphone, la presenza in mare di particolari specie marine. Tutte le informazioni confluiranno presso la centrale operativa nazionale del comando generale, per essere sottoposte a una verifica di carattere scientifico.

E così saremo una sol cosa. Noi e la vita laggiù. Saremo, futuro semplice. Speriamo. 

Ma esso, il mare, che ha fatto in tutto questo tempo durante il quale la pandemia ha occupato prepotente la terra, le strade, gli uomini, i corpi, i respiri, i confini? Il mare ci ha guardato. Inerme. Isolato. Ha assestato la sua bellezza nell’attesa che gli amanti vadano a fargli visita. La riva attende ed invecchia? 

Mare nostro che sei nei cieli sarebbe cosa buona e giusta tirare una linea ed immaginarti tutto raccolto intorno a noi. Che, attraversando litorali, statali, autostrade del mare, ci facciamo sorprendere da stilose e ferrose piattaforme petrolifere dove si lavora di alta tecnologia e si gioca a ping- pong nei momenti di relax. Così come da panfili, charmose aragostiere, motoscafi rampanti dai profili in legno, gozzi snobbissimi, e dalle luntre di Scilla, per la pesca del pesce spada, con il loro albero alto 17 piedi. Più in là, al di là, la vela, la tua vulnerabile anima, mare nostro. Ed infatti ci siano ricaduti nel richiamo elitario e malinconico di Luna Rossa. Eravamo svegli: Luna Rossa si arrende in Gara 10 e cede la serie per 7-3. Team New Zealand conquista ad Auckland la 36a edizione dell’America’s Cup. Siamo crollati di sonno e stanchezza. Ma ci sveglieremo perché, scriveva Harry Martinson, poeta svedese, Nobel della letteratura 1974: “Il nostro ideale non dovrebbe essere la bonaccia che può trasformare il mare in una palude; e nemmeno l’uragano, ma il grande e forte aliseo pieno d’impeto e gioia salubre e vitale, un’eterna e costante boccata d’aria”. Ci spetta. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA