Enrico Vanzina
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Vittoria di tanti/ È l’Italia che dice: nulla è impossibile

di Enrico Vanzina
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Lunedì 2 Agosto 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 00:34

Erano notti magiche, ma ora, per ragioni di fuso, sono diventate pomeriggi magici. E ieri Tokyo ci ha regalato un pomeriggio super magico, con una doppietta dorata che anche il più temerario sognatore non avrebbe mai potuto immaginare. Nel giro di dieci minuti, l’Italia si è ritrovata con l’uomo più veloce del mondo e con un altro che ha scalato il cielo del mondo. Oro nei cento metri, oro nel salto in alto. Jacobs e Tamberi si accomodano con classe infinita nell’Olimpo dei più grandi atleti di tutti tempi. Se lo meritano. E lo meritava l’Italia dello sport, l’Italia del sacrificio, della tenacia, della voglia di non mollare mai, l’Italia dei bravi ragazzi, come quelli che un mese fa ci hanno regalato la cima dell’Europa nel calcio. Sì, in questa travolgente cavalcata estiva c’è veramente qualcosa di magicamente italiano.

C’è anche un’intera nazione che si è ritrovata, incollata ai televisori, provando fino in fondo l’orgoglio di essere l’abitante dello stivale. Non è nazionalismo becero è un sentimento stupendo di appartenenza. Sapere che un ragazzo di Desenzano, uno di noi, ha vinto i cento metri, la regina delle gare olimpiche, correndo un centesimo meno del tempo di Usain Bolt, ci aiuta a capire che nulla è impossibile per un italiano. Vedere Tamberi volare in alto, ma così in alto, dopo il grave infortunio che gli aveva impedito di vincere a Rio de Janeiro, ci aiuta a capire che la giustizia, al netto delle riforme, può esistere nella vita vera. Esiste per chi ci crede, per chi vuole crederci malgrado le difficoltà, per chi ha ragione di crederci e alla fine ce la fa. Questi sono messaggi decisivi per tutti gli italiani che hanno sofferto, che stanno soffrendo, che temono per il loro futuro.

Il futuro è nelle nostre mani, ce lo hanno spiegato molto bene ieri pomeriggio Marcell e Gimbo, fratelli d’Italia.

Questa vittoria degli atleti è anche merito del movimento sportivo dietro agli atleti. Per vincere alle Olimpiadi bisogna programmare, preparare, non lasciare nulla al caso. Solo così arrivano le medaglie. In questi ultimi giorni, però, dopo qualche colpo a vuoto iniziale in alcune specialità, alcuni commentatori hanno gettato fango sui vertici del nostro sport, quasi augurandosi un flop. Parevano tifare contro l’Italia. Il tutto per miserabili ragioni di opportunismo politico. Sono stati serviti dal volo di Tamberi, in aria come Bruce Lee, il quale li ha stesi a colpi di gambe. Le stesse gambe potenti di Jacobs che li ha travolti e polverizzati. Gufare è esattamente l’opposto dello spirito olimpico. Voci stonate, oscurate dalla cristallina e commossa telefonata del premier Mario Draghi il quale è stato il primo a congratularsi con lo sport italiano, esprimendo il sentimento vero che batte forte nel cuore degli italiani.

Grazie ragazzi. Grazie per averci dato questa gioia immensa. E non solo Gimbo e Marcell, tutti quelli che sono saliti sul podio. E sono tantissimi. Forse arriveremo a quelle trenta medaglie alle quali pochi credevano e che invece sono alla nostra portata. L’Italia quando vuole sa vincere. Con modestia, con talento e intelligenza. Sono le nostre capacità storiche le quali ci hanno permesso di trionfare nell’arte, nella scienza, nella scoperta del mondo, ponendo le basi del pensiero moderno. Siamo una grande nazione. Che sa correre veloce e volare in alto. W l’Italia.
 

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