Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Truffe agli anziani, la tutela che manca

di Angelo De Mattia
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Venerdì 3 Febbraio 2023, 00:34

Non è un fenomeno di massa, certo. Ma da diverse parti si continuano a segnalare truffe a danno degli anziani, completando un quadro che parte dalle morti dimenticate, di cui si è riferito nelle cronache del Messaggero, passando per raggiri che vengono compiuti nei mercati, nelle abitazioni, all’ingresso o all’uscita di uffici postali, per corrispondenza, fino ai furti d’identità. A volte queste truffe, o altre forme di illeciti, si verificano anche all’interno di banche, cogliendo il non adeguato livello di competenza bancaria dell’anziano. Si sono verificati anche casi di “svuotamenti” di conti o di riduzione dei risparmi depositati, approfittando della non autosufficienza che spesso segna la terza età. E’ il caso del cosiddetto “phishing” che si traduce in diverse facce, dalla frode informatica al raggiro, fino alla truffa. Va detto che il phishing, con le conseguenze del riciclaggio delle somme di cui illecitamente ci si appropria, è un fenomeno che tocca pure i non anziani. Sarebbe però un errore enfatizzare singole vicende verificatesi all’interno degli istituti di credito o comunque nelle relazioni con essi, perché si tratta pur sempre di episodi non diffusi; ma si sbaglierebbe del pari se non si avvertisse il campanello d’allarme che queste vicende fanno squillare. 

L’Abi ha stipulato un protocollo d’intesa con il ministero dell’Interno per la prevenzione delle truffe di natura finanziaria agli anziani che ha comportato l’istituzione presso le Prefetture di Comitati con finalità informative e formative al fine di accrescere la conoscenza di questa materia da parte dei cittadini e di rafforzare la sicurezza dell’agire nel campo finanziario. E’ prevista una serie di iniziative che interessano anche la stampa e la pubblicità. Le associazioni dei consumatori e i sindacati dei bancari fanno la propria parte. Molto rientra nel campo dell’educazione finanziaria che dovrebbe essere oggetto di una trattazione particolare per gli anziani. Occorrono dati e analisi sulle truffe e, più in generale, sui progressi dell’alfabetizzazione che dovrebbe diventare materia di insegnamento obbligatorio in tutte le scuole di ogni ordine e grado, mentre vanno studiati progetti articolati per gli adulti.

In occasione del mese dedicato all’educazione finanziaria, l’ottobre di ogni anno, una sezione particolare del programma, anche con riferimento alla digitalizzazione, andrebbe dedicata alla terza età.

Sui mezzi di comunicazione di massa dovrebbero pubblicarsi istruzioni e caveat, secondo un programma dei cui effetti misurare poi l’impatto. Potrebbe concorrere l’apporto del volontariato e di quegli stessi anziani che, grazie al loro curriculum, abbiano una particolare competenza in materia. E’ altresì opportuno che le direzioni delle singole banche stabiliscano criteri e modalità - con i relativi controlli - per i rapporti con gli anziani che molto spesso preferiscono il contatto diretto allo sportello con gli operatori bancari, piuttosto che ricorrere agli sviluppi a distanza dell’home banking. Ma non andrebbero esclusi riscontri e monitoraggi sul piano informatico. 

La sollecitazione non ha certo quale obiettivo di demonizzare una categoria particolare di operatori, né risponde all’intento di farne un assurdo “hortus conclusus”. Purtroppo sono i fatti che comprovano la necessità di mantenere una doverosa attenzione sui rischi dello sviluppo delle attività fraudolente in un ambiente a rischio, ciò che si impone a maggior ragione per le Authority che hanno competenze nel settore. Poi vi è tutta un’altra parte che rientra nel campo delle attribuzioni delle forze dell’ordine, quindi dell’autorità giudiziaria. 
L’occasione del recente disegno di legge promosso dal governo dal titolo “Patto per la Terza Età” che mira a una nuova forma di welfare per questa categoria di cittadini, andrebbe colta anche per trovare un qualche spazio al fine di rafforzare la sicurezza degli anziani nelle operazioni finanziarie. Lo impone il rilancio della valorizzazione della terza età che da tempo si è affermata, anni luce ormai lontana dalla “senectus ipsa morbus” di Terenzio.

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