Massimo Martinelli
Massimo Martinelli

Il sindaco di Roma/ Il profilo che occorre per guidare la rinascita

Il sindaco di Roma/ Il profilo che occorre per guidare la rinascita
di Massimo Martinelli
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Domenica 30 Maggio 2021, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 20:59

La griglia di partenza è quasi completa; tra qualche giorno anche il centrodestra avrà indicato il suo candidato per il Campidoglio e i romani potranno cominciare a ragionare su quale sia la figura migliore per interpretare la voglia di riscossa di una città che non si rassegna a essere ripiegata su se stessa.

Già, ma quali requisiti deve avere il sindaco di Roma in un momento così drammatico e – al tempo stesso – pieno di opportunità come quello attuale? La città attraversa forse il suo momento peggiore dal dopoguerra: i topi che banchettano sui banconi dei supermercati, i dipendenti pubblici al ristorante durante il turno di servizio, la narrazione quasi enciclopedica dei disservizi non bastano a fotografare la gravità della situazione. Che puntualmente e brutalmente viene raccontata sui quotidiani di tutto il mondo, amplificando un’immagine malata che ferisce in profondità l’orgoglio di Roma. 

Sarà necessario innanzitutto “normalizzare”. Significa poche e semplici cose: Roma non dovrà avere cassonetti dell’immondizia ai bordi delle strade, le paline dell’autobus dovranno avere un led luminoso che indica la frequenza delle corse, i marciapiedi non dovranno essere infestati da cespugli che diventano alberi e tutto il resto che nelle capitali europee è, per l’appunto, ovvio. 
Il prossimo sindaco - dunque - dovrà essere in grado di garantire questa normalizzazione e non avrà ancora assolto al suo impegno. Perché Roma non può essere solo “normale”, deve tornare ad essere una delle prime capitali mondiali. 

Le zone del Centro e le periferie devono riacquistare il fascino perduto, ognuna con la propria identità. I turisti dovranno essere convinti che Roma non può essere una tappa di poche ore per acquistare una maglietta (finta) di Totti e un fermacarte a forma di Colosseo o di Cupola di San Pietro. 
E ancora, la Capitale dovrà attrarre imprese, capitali, scommesse finanziarie. Il meccanismo perverso che per anni ha respinto e allontanato i motori economici del Paese dovrà essere invertito. Il volano della convegnistica dovrà essere utilizzato al meglio, con le meravigliose strutture che Roma può mettere a disposizione e anche il turismo marittimo, finora sottovalutato, potrà fare la sua parte.

Questo libro dei sogni, magicamente, potrà realizzarsi grazie ad una serie di circostanze che nei prossimi anni proietteranno Roma sui multischermi del globo: il Giubileo del 2025 e il bimillenario del Calvario e della Crocifissione di Cristo del 2033.

Decine di milioni di persone arriveranno a Roma per il primo evento; molte di più per il secondo. La portata dell’evento è stata ricordata dieci giorni fa dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Che vede Roma come componente fondamentale del motore che può rilanciare l’Italia anche grazie ai fondi del Pnrr. 

Ci saranno finanziamenti a disposizione per la città e ci vorranno sindaci capaci di amministrarli. Servirà strategia, pianificazione, capacità organizzativa e doti da leader. Non sarà lavoro da funzionari di partito che si limitano a prendere ordini dai loro capicorrente; e neanche da esponenti della cosiddetta “società civile” temporaneamente prestati alla politica. Servirà una figura capace di coniugare l’amore per la Capitale con le più avanzate tecniche manageriali. Un direttore d’orchestra, per dirigere una squadra di manager specializzati nei settori di competenza. 

Quando la griglia di partenza sarà completa e anche il centrodestra avrà indicato il suo candidato, a quel punto gli elettori dovranno chiedere garanzie. Significa che chiunque abbia intenzione di correre per la poltrona di sindaco a Roma dovrà illustrare la sua strategia e - soprattutto - la sua squadra. Gli assessori che comporranno le giunte dovranno essere indicati per nome; il loro curriculum dovrà essere a disposizione sul web. Dovrà essere stabilita una tabella di marcia, modello Recovery, con le tappe da raggiungere ogni sei mesi. L’occasione è irripetibile e al prossimo inquilino del Campidoglio è richiesto un impegno direttamente proporzionale all’obiettivo da raggiungere. 
I candidati sindaco e quelli che si apprestano a diventarlo, si sentono in grado di raccogliere la sfida? 

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