Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

L’Antiriciclaggio/ Il prestigio della Capitale per la sede delle Authority

di Angelo De Mattia
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Mercoledì 25 Gennaio 2023, 00:05

Formalizzata dal governo la candidatura dell’Italia per l’assegnazione dell’Autorità europea antiriciclaggio (Amla), la sede che ha i maggiori titoli per l’insediamento è indiscutibilmente Roma. Ciò presuppone ovviamente che la candidatura italiana sia la prescelta nella competizione con altri sei Paesi, in particolare con la Germania che indica Berlino come sede e, da ultimo, la Polonia che propone Varsavia (oltre a Francia, Austria, Lituania e Lettonia). In effetti, l’Italia, Paese fondatore, ha insediata nel proprio territorio una sola Agenzia europea, quella per la sicurezza alimentare con sede a Parma, oltre a una struttura importante, ma di rango inferiore, che è la Fondazione per la formazione insediata a Torino. 

Avevamo le carte in regola per ottenere l’Agenzia europea del farmaco, ma nel rush finale fu con una forzatura preferita l’assegnazione ai Paesi Bassi. Tuttavia non è solo una questione di riequilibrio tra Stati e sedi di istituzioni europee. È utile ricordare che l’Amla è stata istituita ai fini dell’efficiente funzionamento del sistema normativo antiriciclaggio, con compiti di regolazione, verifica e monitoraggio in raccordo con le strutture nazionali che hanno competenze in materia (per l’Italia, l’Unità di informazione finanziaria coesistente con la Banca d’Italia). Nel nostro Paese, per l’azione di prevenzione e contrasto del lavaggio del denaro sporco che spesso è la spia di altri reati, ivi inclusi quelli di mafia, si è sviluppato da tempo un sistema che vede un raccordo tra le autorità di vigilanza, la magistratura, il governo, le forze di polizia e il sindacato parlamentare. 
Di pari passo, a partire dal celeberrimo indirizzo impartito da Giovanni Falcone («Segui il denaro») si è affermata una solida cultura giuridica e operativa, alla base di un’avanzata legislazione, anche in raccordo con le diverse istituzioni internazionali e con il concorso del settore bancario.

Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, è stato tra i primi sostenitori della sede italiana. Sono caratteri, questi, che distinguono nettamente l’Italia nel confronto europeo. L’importante operazione che ha portato alla cattura di Matteo Messina Denaro, mentre si dovrà verificare nelle indagini se e come sono state applicate le norme antiriciclaggio nei rapporti sia pure intermediati del boss con le banche, rafforza la candidatura italiana. 
Ma si commetterebbe un errore se a questa si collegasse una gara tra città - Torino, Milano, Palermo - per la sede dell’Amla.

Potrebbe essere un autogol che, per l’immagine di confusione che si offrirebbe, potrebbe rischiare di favorire uno dei partner comunitari in competizione, in particolare Berlino. Apparirebbe una gara tra particolarismi ed esclusivismi. 

Per la figura della Capitale, per essere essa la sede degli organi costituzionali, dei vertici della magistratura, della maggior parte delle authority, della Banca d’Italia anche come soggetto partecipante all’Eurosistema con al centro la Bce, delle strutture apicali di tutte le forze di polizia, Roma si presenta come la sede migliore per l’Amla. Esiste una sorta di layout istituzionale che nessuna altra città presenta, non surrogabile dai rapporti telematici, considerate la peculiarità e la sensibilità della materia.
Né potrebbe ipotizzarsi, come da qualche parte si prospetta, una sorta di singolare moneta di scambio trasferendo, come contropartita, a Milano la Consob, che comunque nel capoluogo lombardo ha già importanti strutture.

Un’analisi approfondita ancora attuale, condotta alcuni anni fa dai vertici dell’authority dimostrò la netta superiorità dei costi di vario genere e permanenti rispetto ai molto limitati benefici del trasferimento. 
Insomma, si dovrebbe agire coralmente per conseguire l’assegnazione di una istituzione importante, prima di tutto per l’immagine e per quel che significherà, anche come effetto-annuncio, avere in Italia l’istituzione preposta alla lotta al riciclaggio; poi, per le persone che impiegherà, per le relazioni che ne discenderanno e per i mezzi che impiegherà.

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