Il discorso di Putin di 15 minuti ieri mattina sulla Piazza Rossa per la tradizionale cerimonia per la vittoria del 1945 ha sorpreso tutti per quello che ha detto, per quello che non ha detto e per come si è espresso. Le attese erano tante, in tutti i sensi e da tutte le parti, e la delusione pure è stata tanta. Ci si aspettava, che Putin approfittasse dell’occasione per lanciare segnali o minacce più o meno forti nei confronti dell’Ucraina e dei Paesi che la sostengono, ma ciò non è avvenuto. Quanti pensavano di trovare un Comandante in Capo energico, motivato e anche aggressivo è rimasto deluso. E’ apparso invece con toni ai quali non eravamo abituati.
Cosa è successo? Come mai tutte le valutazioni concordano nel sottolineare quegli elementi che abbiamo appena ricordato?
Atteniamoci ai fatti e ripercorriamo i punti principali del discorso. Putin, dopo aver sostenuto che la Russia si è sempre battuta per un sistema di sicurezza a livello mondiale che è stato respinto dai Paesi della Nato, ha sostenuto che la Russia è stata costretta ad intervenire militarmente nel Donbass per legittima difesa perché ci si preparava ad un’invasione in quella regione – definita “nostre terre storiche inclusa la Crimea” – che costituiva una minaccia ai confini russi. Il nome dell’Ucraina non è stato mai fatto. Questa ricostruzione non deve sorprendere. Putin sin dall’inizio ha scelto con il suo discorso di rivolgersi al popolo russo che piangeva tanti suoi figli caduti in combattimento e ha dovuto presentare le ragioni della guerra a stretto uso e consumo interno, cioè mentendo. Ce l’aspettavamo tutti, quindi nessuna sorpresa. Così come a nostro avviso non ci si deve meravigliare più di tanto per gli attacchi agli Stati Uniti, con toni che secondo alcuni osservatori non sarebbero mai stati usati in precedenza. Lo zar Putin deve pure “offrire in pasto” ai suoi concittadini un nemico, e certamente gli Stati Uniti costituiscono da sempre da quelle parti il meglio che il “mercato” possa offrire. Non è un caso, se pensiamo che all’interno di un certo pacifismo la guerra in corso non è della Russia contro l’Ucraina, ma degli Stati Uniti contro la Russia. Certo semplificare aiuta, in principio, a capire. Ma qui siamo alle prese con l’ennesima bugia da parte di Putin ad uso soprattutto interno. Guardando ai concetti che non sono stati evocati, il primo è la mancata dichiarazione di una vittoria, che per ovvi motivi non poteva essere dichiarata (a parte il riferimento a quella del 1945) perché l’andamento delle operazioni militari sul terreno non sta assolutamente andando come Putin se lo aspettava.