Paolo Graldi
Paolo Graldi

Quei furbetti anti-restrizioni vanno contro il bene comune

di Paolo Graldi
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 00:10

Eccoli, nascono e temibilmente prosperano, i furbetti anti-restrizioni. Si oppongono all’idea, insopportabile e vessatoria, di dover sparecchiare le tavole dei cenoni prima delle 22, a Natale e a Capodanno: poi tutti a casa, distanziati e al riparo da assembramenti anche domestici. Circola l’ideona di aggirare i potenziali controlli stradali con festone a lunga decorrenza, dalla sera fino all’alba, svicolando dal coprifuoco. Come dire: tutti a tavola, mezzanotte con brindisi secondo tradizione, musica e balli nella notte, come nelle veglie d’estate in riva al mare, per agguantare l’aurora e quindi rientrare nelle proprie abitazioni come se si stesse uscendo di buon’ora. Ci sono anche quelli che alla scarsità di posti letto immaginano l’occupazione di poltrone e divani per sonnacchiosi bivacchi, sempre con il proposito di guadagnare le prime luci del giorno e, dunque, del classico “tana liberi tutti”.

Va detto subito, senza false riserve, che il progetto di traguardare il coprifuoco inscenando l’ammucchiata domestica si iscrive nelle pagine dei comportamenti insensati, pericolosi, pieni di incognite. Questi comportamenti riguardano coloro che invocano l’inviolabilità della privacy («A casa mia faccio quel che mi pare») e pensano d’essere per dono divino immuni dal contagio. Sono quelli che interpretano le indicazioni delle autorità sanitarie e di governo come banali suggerimenti, specie se riguardano il bene comune. Per questo vanno chiamati idioti col botto.

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