Gli incidenti previsti e il sostegno della Uefa

di Andrea Sorrentino
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Giovedì 16 Marzo 2023, 00:45 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 14:35

Tre certezze, dai fatti di Napoli. La prima è che il vilipendio delle città ad opera degli ultrà del calcio, che stavolta sfregiano Partenope calpestandola persino al ritmo del passo dell’oca, è un insopportabile cascame del passato, fuori dal tempo e dal mondo, e non può essere tollerato in alcuna maniera. La seconda è che l’Italia faceva bene a voler evitare la trasferta dei famigerati tifosi dell’Eintracht Francoforte, che da un quarto di secolo terrorizzano l’Europa. La terza è che l’Uefa ha fatto l’ennesima figura di palta. 

«Vergognoso impedire la trasferta ai tifosi tedeschi», aveva tuonato il presidente Ceferin poche ore prima degli incidenti. Con assoluto sprezzo del pericolo Ceferin, sloveno, ex avvocato, si era persino spinto oltre, forse perché parlava alla tv tedesca: «L’Uefa si è unita all’azione legale intentata dall’Eintracht Francoforte. E se in futuro altri Paesi vieteranno l’ingresso ai tifosi, non faremo giocare le partite».

Dopo questa intemerata, abbiamo visto lugubri marciatori incappucciati, quelli cui sarebbe stato vergognoso impedire di stare Napoli, segnare il passo con gli anfibi in via Chiaia, circondati da forze di polizia che ritardavano qualsiasi intervento per evitare provocazioni e scintille. Poi di colpo le macchine incendiate, le bottiglie che volano, le pistole ritrovate sul selciato, il cuore di Napoli sfregiato a quattro passi dalla Cappella Sansevero, scrigno di sovrumane bellezze e vanto napoletano, tra i tanti, nel mondo. 

Meglio lasciar perdere l’allusione ad azioni legali future, mister Ceferin: forse converrebbe concentrarsi sui gravissimi problemi organizzativi dell’Uefa, l’ente sempre più zoppicante, sotto attacco e sotto critica, che governa il calcio europeo. Non più tardi del 28 maggio 2022, si sono verificati terribili incidenti prima della finale di Champions League a Parigi, tra Real Madrid e Liverpool: quel giorno fu «straordinario che nessuno perse la vita», ha concluso poco tempo fa la commissione investigativa, la stessa che ha accertato le enormi e chiare responsabilità proprio dell’Uefa, costretta nel frattempo, come minimo, a risarcire il biglietto di tutti i tifosi del Liverpool presenti quel giorno. 
Gli stessi ultrà dell’Eintracht, il cui divieto di entrare a Napoli indigna Ceferin, oltre ad avere una lunga serie di precedenti alle spalle, appena lo scorso settembre avevano dato battaglia pure a Marsiglia, tra scontri e saluti nazisti. È proprio in questi casi, imbarazzanti e grotteschi se non fossero anche gravi visti i danni e i disagi provocati, che viene alla luce l’insostenibile distanza delle istituzioni calcistiche dalle cose del mondo, e del loro stesso sport, enti ormai guidati da figure lunari, che alloggiano per sei mesi all’anno in hotel a cinque stelle lusso e si limitano a gestire il traffico degli sponsor, non a far crescere e migliorare il prodotto. 

Non funziona più granché, nel mondo dell’Uefa e della Champions League, se è vero che martedì sera, tra le varie cose, oltre mille tifosi dell’Inter sono rimasti fuori dallo stadio di Porto, biglietto disattivato alla mano, impossibilitati ad entrare per un viluppo organizzativo, visto che era stato permesso loro di acquistare tagliandi per un settore poi vietato: seguiranno esposti, dell’Inter e anche in sede di commissione Ue. 
Ma insomma l’Uefa ormai slalomeggia pericolosamente tra una figuraccia e l’altra, sempre a lambire l’orlo del burrone, ossia del disastro e dei morti sulle strade causa calcio: non un comportamento lungimirante.

Sarà per questo che i signori della Superlega insistono, e vogliono atterrare l’Uefa, togliendole il giocattolo del calcio. Viste le premesse, e le forze in campo, tutto è ancora possibile.

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