Rossella Muroni* e Marco Simoni**

Dove ci porta chi ha scoperto l'acqua salata su Marte

Dove ci porta chi ha scoperto l'acqua salata su Marte
di Rossella Muroni* e Marco Simoni**
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Giovedì 1 Ottobre 2020, 06:34 - Ultimo aggiornamento: 16:57

Cosa c'entra il Recovery Fund con l'acqua salata su Marte? Secondo noi molto, se avrete la pazienza di seguire questa riflessione. Il Recovery Fund è il più grande programma di sostegno economico mai varato dall'Unione Europea. Le risorse devono essere usate per favorire la transizione verde, anche detta Green deal. Ma come si fa? Cosa significa per la vita quotidiana, ad esempio, della nostra Capitale? 

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Cosa cambierebbe per noi se riuscissimo a farla, questa transizione? A Roma potremmo ascoltare concerti in un anfiteatro all'aperto, su un prato, mentre sotto qualche metro è in funzione un impianto moderno per la gestione dei rifiuti, in grado di trattare la spazzatura differenziata senza emettere nessun cattivo odore; ma al contrario riuscendo grazie alla biodigestione a produrre biogas, che possiamo vendere generando risorse da destinare al sociale e alla cultura.

Potrebbe esistere una pista ciclabile vera che, sfruttando le zone in pianura, connetta in modo circolare le periferie storiche, e queste ultime con una parte del centro rendendo possibile, e non pericoloso come ora, una mobilità integrata tra ferro, gomma e mezzi leggeri.

Sempre a Roma potrebbe esserci un sistema di manutenzione strutturato e sistematico che consenta di tutelare il verde della città. Questo ci farebbe vivere meglio, respirare meglio, e renderebbe Roma sempre più attrattiva per gli investimenti. Quegli stessi investimenti che sosterranno anche una nuova industria della tecnologia verde, capace di rendere l'economia decarbonizzata (cioè rispettosa delle materie prime e in grado di recuperarle, oltre che a basse emissioni di CO2) e di mitigare e di adattare la città agli effetti dei cambiamenti climatici. Un'industria che potrebbe fiorire attorno al più grande Tecnopolo green d'Europa, che vede Roma come un vero laboratorio.

Queste sembrano affermazioni utopistiche o fantascientifiche soltanto perché siamo abituati a dieci anni privi di una qualsiasi capacità progettuale, ma pieni di alibi. Tempo perso in ambientalismo pauperista, incapace sia di favorire la transizione verde che di migliorare la qualità della vita delle persone. Infatti, l'immobilismo ha lasciato enormi zone dismesse abbandonate e inquinate, aree verdi senza cura; tanto che lo stesso Comune di Roma ci ha informati - con la relazione annuale dell'agenzia per i servizi pubblici - che il voto dato dai cittadini alla pulizia della città è un sonoro 3.

Quest'ultimo dato dimostra come anche le risorse che arriveranno con il Recovery Fund non sono di per sé garanzia di nulla: basti pensare che il comitato di quartiere di Settebagni, nella periferia nord di Roma, ha chiesto e ottenuto dalla Commissione Tributaria di vedersi rimborsare la Tari perché il livello di sporcizia non giustificava tasse così alte. In altre parole: i soldi ci sono e vengono sprecati. E se non si cambia radicalmente modello, altri soldi equivarranno soltanto ad altri sprechi.
 


E' qui che entra in gioco il concetto di sostenibilità. Dal punto di vista ambientale significa proteggere e salvaguardare il Pianeta. Ma dal punto di vista economico, sostenibilità significa sapere che ogni euro vale la fatica del lavoro che l'ha prodotto. Tradotto: servono grandi investimenti con modelli di gestione che garantiscano il servizio pubblico accessibile e l'efficienza del privato, tenendo presente che le utopie elencate sopra non sono affatto tali ma sono plausibili obiettivi da raggiungere nei prossimi anni.

L'impianto per i rifiuti su cui ascoltare musica in una sera d'estate non è un'esperienza nord europea da guardare con stupore, ma una realtà che esiste da oltre dieci anni in un comune che si chiama Peccioli, vicino Pisa. Le tecnologie tutte italiane oggi disponibili fanno ancora di meglio, capaci di riciclare rifiuti che prima si dovevano bruciare, rendendo concreta e quasi letterale l'espressione dei «rifiuti come nuovo petrolio». L'economia circolare ha bisogno di questi impianti di nuova generazione, accanto a nuovi biodigestori anaerobici.

Similmente, il progetto del Grande raccordo anulare delle bici un progetto unitario e integrato di anello ciclabile dentro la città capace di rendere plausibile l'uso quotidiano di mezzi leggeri è stato finanziato addirittura nel 2015! Diventa ancora più chiaro che le risorse del Recovery Fund saranno inservibili senza un modo diverso di fare le cose.

Transizione verde significa dunque più industria, più tecnologia e uno sviluppo economico basato sulla ricerca scientifica. Seguendo modelli che già funzionano in altre città d'Italia, come Milano o Napoli crediamo che a Roma ci sia l'opportunità per un grande Tecnopolo green basato sulle grandi aziende, centri di ricerca e università romane. La notizia da Marte, la straordinaria scoperta dell'acqua salata del team guidato da Elena Pettinelli di Roma Tre riportata dal Messaggero, ci mostra che, anche a livello di eccellenza scientifica assoluta, esistono tutte le condizioni per farlo.

*Deputata, già
presidente Legambiente
** Docente Luiss

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