Carlo Nordio
Carlo Nordio

Il party illegale/ Le disparità che generano sfiducia nello Stato

di Carlo Nordio
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Giovedì 19 Agosto 2021, 00:10

È un vecchio e antipatico principio che la forza della legge ceda alla legge dei numeri. Se ammazzi una persona - insegnano i dotti - sei un criminale; se ne stermini centomila sei un politico, e magari uno statista. Questa consolidata esperienza vale anche per il cittadino comune: se attraversa i binari da solo viene multato; se con cento solidali occupa la stazione arriva il questore; se a migliaia bloccano l’intera ferrovia diventa una caso parlamentare.
Quanto sta accadendo a Valentano, in provincia di Viterbo, dove da giorni si celebra una sorta di raduno musicale non autorizzato con la partecipazione di migliaia di persone, in barba a tutte le leggi di ordine pubblico, di sicurezza e di igiene, dimostra ancora una volta che le disposizioni normative diventano una vaporosa astrazione metafisica quando mancano la volontà e la forza di farle rispettare.

All’interno di quel “rave party”, infatti, pare accadano le cose più drammatiche e anche grottesche: un giovane è morto, un bimbo è nato, la droga circola e il Covid si alimenta. I sindaci dei Paesi limitrofi hanno protestato con energia, ma tutto resta come prima. In attesa, come al solito, che le cose si risolvano da sole.

Questa sostanziale abdicazione della legalità non sarebbe così sgradevole se si inserisse, come abbiamo detto, nella tradizionale acquiescenza prudenziale dei governi di fronte alle prevaricazioni assistite dalla forza dei numeri. Il cittadino è ormai rassegnato da tempo a questo relativismo sanzionatorio, che alla fine tocca soltanto chi ha l’imprudenza di agire in modo isolato, magari con la prospettiva consolatoria e un po’ vendicativa di rifarsi quando verrà il suo momento, e si potrà avvalere dell’impunità garantita dall’anonimato della moltitudine. 

Tuttavia questa volta la sottomessa sfiducia nelle istituzioni rischia di convertirsi in ostilità ribelle e diffuso rancore. Perché buona parte della popolazione, costretta con le buone o con le cattive a una duratura e dolorosa limitazione delle libertà personali e delle attività economiche, deve assistere a questa intollerabile disparità di trattamento che dissolve le ripetute e solenni ammonizioni a tutela della sanità pubblica e della salute privata. 
Non si tratta solo - e già questo sarebbe grave - dei proprietari di discoteche costretti a chiudere le piste da ballo per vedere aprire i parchi dei baccanali: si tratta delle migliaia di industriali che non sanno come gestire le mense, di ossequiosi tavernieri trasformati in arcigni controllori, di conducenti che non sanno se l’imminente marea di scolari dovrà essere gestita da loro o da altri, e in definitiva di un’ intera popolazione che, malgrado i miracoli del generale Figliuolo e degli operatori sanitari continua a domandarsi se da un momento all’altro la complessa impalcatura regolamentare che da quasi due anni la sta ingabbiando debba esser mantenuta, ridotta o magari aggravata.

Un’impalcatura che, come si vede, vale solo per chi è disposto o costretto a subirla, mentre migliaia di vociferanti giovanotti trasformano ettari di suolo nazionale in una zona franca di extraterritorialità giuridica e sanitaria. 

Fino ad ora l’inerzia dei responsabili, politici e magistrati, è stata ispirata dal principio manzoniano di troncare e sopire.

Troncare, s’intende, non l’illecito, ma le polemiche che potrebbero destabilizzare il governo in questa fase cruciale dove l’unica cosa che conta è l’arrivo dei soldi dell’Europa. E quindi sopire, con un verecondo silenzio, l’istintiva reazione dei cittadini onesti che si sentono offesi e gabbati. 

E poiché, da uomini di mondo, sappiamo benissimo che la politica e le finanze hanno delle ragioni che la ragione non conosce, accettiamo benevolmente questo umiliante compromesso. Anzi, cerchiamo di vederne i lati positivi. E in effetti un aspetto positivo questo raduno ce l’ha: è la dimostrazione che, quando si vuole, i controlli funzionano. Pare infatti che all’ingresso del parco un rigoroso servizio d’ordine richieda i documenti dei partecipanti: con la particolarità che l’obiettivo non è la verifica del Green pass, ma l’assicurazione che non si tratti di poliziotti. 

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