Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Oltre i 100 giorni / Le mosse necessarie mentre cala lo spread

di Angelo De Mattia
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Martedì 31 Gennaio 2023, 00:01

Carlo Azeglio Ciampi, anche quando era Presidente della Repubblica, aveva sempre in tasca un foglietto in cui erano annotati gli spread Btp-Bund del giorno, a testimonianza dell’importanza che egli annetteva a questo indicatore in sé, per il finanziamento del Tesoro, e per il suo più ampio significato. Il suo successore al vertice della Banca d’Italia, Antonio Fazio, si impegnò, intorno alla metà degli anni Novanta, con l’Istituto in una battaglia frontale contro l’inflazione e le relative aspettative riconducendo gli spread, che viaggiavano verso i 900 punti-base, molto al di sotto, vicino ai 200. Non si penalizzò l’economia anche se si cresceva sempre meno degli altri principali Paesi europei. È, dunque, legittima la soddisfazione della premier Giorgia Meloni nel rilevare che, nei famosi “100 giorni” del suo Governo, i differenziali in questione sono scesi da 236 a 175 punti. Naturalmente, la discesa è interesse dell’Italia tutta. Ora è auspicabile, però, che essa continui e con un ritmo e un’intensità ancora maggiori. Ma per raggiungere questo obiettivo sono necessarie misure interne ed europee. Innanzitutto, occorre un’immagine di saldezza e di pieno governo della situazione economica nonché del rilancio a 360 gradi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con le modifiche da concordare con la Commissione Ue, dando un segnale di tempestività nel varo delle previste riforme, a cominciare da quella fiscale che è in cantiere e dovrebbe essere proposta nel prossimo mese.
In questo contesto si ripropone la questione del costo del lavoro e del cuneo fiscale. Poi, bisognerà decidere le misure da adottare alla scadenza degli aiuti per le bollette, tenendo conto dell’annunciata riduzione del prezzo del gas. Sullo sfondo, di tanto in tanto, compare l’ipotesi di uno scostamento di bilancio che poi ci si affretta ad escludere e che, comunque, sarebbe ammissibile solo in presenza di una situazione veramente straordinaria e come parte di una coerente mini-manovra nel periodo in cui si progetta il Documento di economia e finanza. Nella prospettiva e non di lungo termine, sono le due iniziative concepite dall’Esecutivo: il cosiddetto Piano Mattei per l’energia, che prevede un coinvolgimento dei Paesi africani, in particolare l’Algeria, ben più ampio di quanto occorra per fare dell’Italia un “ hub” della fornitura del gas all’Europa e, prima ancora, per soddisfare le proprie esigenze: un piano che si ispiri alla visione di largo respiro, oltre l’economia, di quel personaggio, Mattei, che si può considerare pure un uomo di Stato, ma che avrà necessità di un adeguato concorso comunitario. Una visione lontanissima da un approccio predatorio. Vi è poi il ruolo che l’Italia potrà avere nella ricostruzione dell’Ucraina che si spera non lontana, innanzitutto per quel che ciò significherebbe , cioè la fine della guerra, l’affermazione della pace, prima che, con Tacito, si faccia il deserto e, appunto, lo si chiami pace. Sono condizioni che costituiscono il “prius” assoluto di ogni iniziativa politica ed economica. La Confindustria ha già mosso passi importanti insediando in loco una propria struttura e avviando una progettazione. Importante sarà un raccordo delle diverse parti sociali. Ma poi vi è il ruolo cruciale dell’Europa sui temi economici e finanziari in generale, a cominciare dalle politiche per l’energia e per il rilancio della crescita, innanzitutto prevenendo il rischio di una recessione o di una forte, ulteriore caduta delle attività. Di particolare importanza sarà la riunione del Consiglio europeo del 9 e 10 marzo mentre già squillano le trombe dei Paesi “frugali” e di altri che si dichiarano contro la mutualizzazione, anche molto circoscritta, dei debiti dei partner comunitari. In questo versante, effetti possono essere ottenuti, e non certo facilmente, con iniziative e proposte, da parte del Governo, per il conseguimento di efficaci convergenze: di qui l’essenzialità di questo versante e, prima ancora, delle stesse decisioni che il Direttivo della Bce adotterà il 2 febbraio. La eventuale mancanza di un segnale di allentamento, magari a partire dai mesi successivi, delle misure monetarie progettate, neppure con riferimento alle operazioni non convenzionali di acquisto di titoli, non aiuterebbe affatto in questa fase in cui non si è più sull’orlo della crisi, ma non si è ancora in una fase di ripresa sostanziale. Questa reciproca influenza tra misure interne e misure europee richiede una larga coesione, ai diversi livelli. Vi è il rischio, però, che la proposta sull’autonomia regionale differenziata leda questo necessario contesto proprio in una fase delicata come quella ora accennata. Non sarebbe, l’autonomia, comunque una priorità assoluta, istantanea. E sarebbe saggio attendere, approfondire, valutare. La forza del Governo si dimostra anche con una tale scelta.
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