Antonio Naddeo*

L'intervento/ Dirigenti della Pa, un contratto che guarda avanti

di Antonio Naddeo*
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Sabato 3 Giugno 2023, 00:05

Leggendo l’articolo pubblicato ieri sul Messaggero a firma della segretaria del sindacato dei professionisti della PA, il Flepar, credo possa essere utile fare un po’ di chiarezza rispetto ai punti sollevati. Va detto in premessa che la sigla in questione non ha firmato l’accordo, nel pieno diritto di farlo.

Lascia tuttavia perplessi leggere che il contratto nazionale 2019-21 della Dirigenza Funzioni centrali del pubblico impiego, firmato pochi giorni fa, non sia “innovativo”, quando invece presenta molte novità richieste dalla stessa Flepar, come la regolamentazione del lavoro agile per questa categoria finora esclusa, l’introduzione della figura del “mentor”, ma anche la tutela della rappresentanza di genere.

Può giovare ricordare a beneficio di tutti e innanzitutto della sindacalista scrivente, che non è compito del contratto nazionale “innovare” nell’ambito dell’organizzazione, ma regolare il rapporto di lavoro, stabilendo i diritti e i doveri dei dipendenti a cui viene applicato, per cui appare assolutamente pretestuoso citare il Pnrr per questioni meramente contrattuali e di conflitto sindacale.

Sorprende poi leggere che il Ccnl, cito testualmente, «si è concluso lasciando i professionisti nelle condizioni in cui li aveva lasciati il precedente contratto», affossando anche «la proposta Aran di ristrutturazione della retribuzione e produttività», guardandosi bene dal riferire che la stessa Flepar ha posto condizioni impossibili da accettare su tale proposta.

In buona sostanza, la segretaria avrebbe voluto una struttura retributiva simile a quella della dirigenza, prendendone però solo la parte migliore: retribuzione fissa e continuativa, ma senza nessuna variazione di stipendio in relazione alla posizione rivestita nel tempo, come invece è previsto per i dirigenti.

Una (impossibile) retribuzione unica per l’intera categoria, fermo restando poi che alcuni professionisti rappresentati dalla sigla - gli avvocati - a cui appartiene la stessa segretaria, percepiscono anche le cosiddette “propine” (onorari), che gli altri dirigenti non hanno. 

In ogni caso, il nuovo contratto assicurerà ai professionisti un incremento contrattuale medio di oltre 380 euro al mese per 13 mensilità. Perché non viene evidenziato? Quindi la critica che la stessa sindacalista muove agli altri sindacati forse dovrebbe rivolgerla a sé stessa, che teoricamente sosteneva la proposta Aran, ma in pratica la demoliva. 

Tutto perfetto, il dibattito è sempre utile, però appare singolare puntare il dito contro altre sigle sindacali, come se Flepar non fosse un sindacato, così come parlare dei “professionisti” dipendenti come se fossero altra cosa rispetto al mondo PA e non lavoratori pubblici a tutti gli effetti.
Di cosa stiamo parlando? I professionisti tutelati dal contratto e citati nell’articolo lavorano prevalentemente in tre enti (Inps, Inail, Aci), sono iscritti ai relativi albi professionali (in buona parte si tratta di avvocati degli uffici legali) e possono beneficiare dell’elevata autonomia garantita proprio dall’adesione all’albo: un totale di 855 professionisti a fronte di circa 5.300 dirigenti.
Infine, la critica più ingiusta: lo strappo per chiudere la trattativa in poche ore. Falso. Abbiamo negoziato per tre mesi e per metà del tempo si è parlato soltanto dei professionisti. Chi ha scritto ieri era sempre presente al tavolo.

* Presidente Aran - Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni

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