Quest'anno abbiamo la grande opportunità di festeggiare due volte il Natale di Roma, dando vita a una nuova fondazione della Città, in questo caso giuridica, legislativa e amministrativa. Martedì scorso, la Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati ha posto, infatti, le premesse per una svolta epocale per la nostra Città e per la nostra Nazione, votando all'unanimità il testo base di riforma dei poteri di Roma Capitale predisposto da me e dal collega Ceccanti, in qualità di relatori. E' stato così compiuto un primo passo fondamentale al termine di un imponente lavoro basato sull'ascolto delle diverse istanze provenienti dalle istituzioni locali, dalle associazioni di categoria, dal mondo accademico e culturale, e su uno studio attento e complesso, durato oltre un anno. Abbiamo contemperato in un testo condiviso esigenze e interessi diversi, al fine di dotare Roma di un'architettura amministrativa e di poteri tali da metterla finalmente in condizione di rendere efficace la propria azione, adeguandola alla sua specifica realtà demografica, economica e sociale.
In particolare, secondo il testo, la Città potrà esercitare poteri legislativi nelle stesse materie che la Costituzione assegna alla Regioni, ossia in tutto ciò che rientra nella competenza concorrente e in quella residuale, secondo il dettato dell'articolo 117 della Carta, esclusa la sanità, che continuerà ad essere condivisa tra lo Stato e la Regione Lazio. Altre materie potranno essere escluse dalle competenze della Capitale con legge dello Stato, approvata a maggioranza assoluta di entrambe le Camere, sulla base di un'intesa tra Roma Capitale, Regione Lazio e Stato.
Forza Italia è orgogliosa di essere il motore di questa riforma, in coerenza con il percorso tracciato nel 2009 dal governo Berlusconi attraverso una legge che si poneva come obiettivo proprio un nuovo stato giuridico per la Capitale, e fondi adeguati. Con uno slancio di responsabilità da parte di tutte le forze politiche, approvare la riforma entro la fine della legislatura è possibile. È un'occasione attesa da troppo tempo e che non possiamo perdere, perché se non riparte Roma, non riparte l'Italia.
* Onorevole Fi
vicepresidente Commissione
Affari Costituzionali