Maria Latella

Il senso della libertà/ Ma accettare il limite non è una sconfitta

di Maria Latella
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Giovedì 15 Novembre 2018, 09:19

Avere un figlio a 62 anni. Frantumare in un colpo solo almeno due o tre pregiudizi.
E cioè che gli uomini sono più fortunati di noi perché teoricamente per loro non esiste limite alla riproduzione, che se sei donna a 60 anni puoi magari innamorarti, ma mettere su una nuova famiglia no, quello non lo puoi fare; che il corpo, proprio quello, non regge lo stress di una gravidanza e di un parto.

La signora che al San Giovanni di Roma ha dato vita a una vispa bambina di tre chili e due etti ha una volta di più dimostrato la fragilità dei pregiudizi e la forza che una donna sa sprigionare quando tenacemente decide di perseguire un obiettivo. Ma, dopo aver espresso ammirazione per tanto coraggio e auguri sinceri alla neonata e alla mamma, è difficile esimersi dall'aggiungere una riflessione e una perplessità. Prendiamola alla lontana. Ricominciare, cambiare, sono verbi che piacciono un sacco ai baby boomers, la generazione nata tra il 1950 e la prima metà dei 60. Ne hanno fatto il principio guida della loro vita. Ricominciare significa non aver paura della ripartenza, concedersi un'altra chance; rinviare più in là i conti con se stessi o, spingendo il pensiero più in là, i conti col nostro essere mortali. Così i baby boomers hanno coniato nel 68 lo slogan vogliamo tutto e a quello slogan hanno, da allora in poi, ispirato ogni scelta, pubblica e privata. Loro e i fratelli minori, i cinquanta-sessantenni, hanno scommesso su un'immortalità illusoria, ma a portata di mano: poiché la vita si allunga, si amplificano a dismisura anche le possibilità che la vita stessa offre. Così si cambia moglie o marito per concedersi, come dicevano i rotocalchi di un tempo, «una seconda vita». E dopo aver cambiato moglie, si cambia sesso, perché no? La famiglia Kardashian insegna.

Come sostengono i claim pubblicitari che ancora scimmiottano l'America (il cielo è il mio limite), o forse neppure quello se sei ipermiliardario come Elon Musk e puoi cominciare a costruirti su Marte il tuo Elysium (se non avete visto il film di Neill Blomkamp, cercatelo in tv). La decisione dell'infermiera single che a 62 anni è diventata madre per la prima volta, rientra in una generazione che non sopporta i limiti: se posso averlo, lo voglio, proprio come quando avevo 18 anni. Il solo invalicabile ostacolo col quale tutti dovevano fare i conti - invecchiare e poi morire - oggi viene negato, respinto, rinviato.

I super ricchi di Silicon Valley finanziano ricerche che li terranno in buona salute fino a 140 anni. E quelli che ricchi non sono, diventano padri o madri a 60 anni. Oppure, come il signor Emile da Amsterdam, considerano un diritto cambiare età e lo chiedono in tutta serietà all'anagrafe del loro comune: ho 69 anni ma ne dimostro venti di meno. Visto che è possibile cambiare nome e anche sesso, cambiereste cortesemente anche i miei dati anagrafici, così che possa più agevolmente fidanzarmi su Tinder?
Mi sbaglierò, ma tra Amsterdam e Roma, tra la mamma che prova la nuova esperienza a 62 anni e l'olandese che vuole ringiovanire per decreto vedo scorrere un unico filo. «E nun ce vonno sta'» si dice nella Capitale. Il limite sarà pure il cielo ma chissà quanto tempo ci vorrà per far diventare grandi i baby boomers.

 
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