Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Il nodo dei tassi/Economie in calo e correttivi Ue. Le mosse da fare

di Angelo De Mattia
3 Minuti di Lettura
Sabato 10 Giugno 2023, 21:51 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 23:44

Non è un dato drammatico, ma costituisce una sonora scampanellata di allarme la caduta della produzione industriale ad aprile con il -1,9 per cento rispetto a marzo, e il -7,2 in ragione d’anno, segnando così la quarta diminuzione successiva. Per avere un quadro simile bisogna tornare al 2020. Ma ancora è presto per ipotizzare una tendenza di fondo e, soprattutto, rivedere le stime del Pil nell’anno, che alcuni previsori ancora formulano nell’1,2 per cento o, addirittura, nell’1,4. L’inflazione, la politica monetaria fortemente restrittiva (che finora non ha inciso efficacemente sull’aumento dei prezzi, mentre rischia di impattare significativamente sulla crescita), i riflessi sui consumi (e le bollette), i problemi dell’interscambio in particolare con la Germania - principale partner commerciale dell’Italia - ora in recessione tecnica, sono tutti fattori che possono concorrere a spiegare la caduta in questione, alla quale si sottraggono solo le produzioni farmaceutica e dei mezzi di trasporto. Del resto, anche l’Eurozona è in recessione tecnica.

Quanto durerà? E’ un vento che porta una “gelata”? Si può ritenere, questa, una fase transitoria, come si ipotizzava nei mesi scorsi, per il concorso dei fattori sopra indicati o si deve considerare ormai alle spalle, come sostiene qualche previsore, il livello della crescita, anche se non eccezionale, finora registrata? I prossimi mesi ci forniranno un definitivo chiarimento. Certo, non si può continuare con la “ola” di una parte, quando vengono rilasciati dati soddisfacenti, e della parte opposta, quando sono emessi dati negativi, quale quello sulla produzione industriale, facendo astrazione, in entrambi i casi, da una valutazione organica complessiva. Le cause ora indicate del raffreddamento richiedono, comunque, prime risposte tempestive - con riserva di osservare compiutamente gli sviluppi - a livello europeo e nazionale.

Giovedì, 15 giugno, si riunisce il Consiglio Direttivo della Bce che probabilmente deciderà un ulteriore aumento di 25 punti base dei tassi di interesse.

Sarebbe, però, questa l’occasione per un esame della situazione con diverse economie in forte rallentamento (mentre quella italiana è finora tra le meno incise) per valutare i contro - effetti delle rigoristiche restrizioni che, secondo i “falchi” del Direttivo, dovrebbero continuare pure nei mesi a venire, persistendo nel trascurare l’importanza di un bilanciamento tra azione di contrasto dell’inflazione e l’esigenza di non paralizzare la crescita con le conseguenze che stiamo osservando.

Un’Eurozona in difficoltà non è un fenomeno che può essere negletto o affrontato marginalmente da chi governa la moneta, chiedendo che si eliminino i sostegni e ribadendo l’esigenza di un raccordo tra politica monetaria e politiche fiscali in cui queste ultime dovrebbero uniformarsi pedissequamente alla prima. Stroncare l’inflazione “pereat mundus” non è difficile, anche se ora trova ostacoli; nel farlo senza gravi danni collaterali stanno la capacità e la lungimiranza del banchiere centrale che ora potrebbe nuovamente sbagliare non prevedendo il rallentamento. Il tema della produttività totale dei fattori è cruciale. In presenza di eventuali conferme di un serio rallentamento, occorreranno misure in quest’ultimo versante e in quello del lavoro, ad anticipazione degli interventi che delineano la prospettiva, a cominciare dalla complessa attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e da interventi fiscali per agevolare l’impiego del risparmio in investimenti produttivi, stralciandoli dalla progettata riforma fiscale, come di recente ha chiesto anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli.

L’indagine della Fabi sull’impiego del risparmio delle famiglie per fronteggiare l’aumento dei prezzi è illuminante. Occorre lanciare un programma di politica industriale europea e nazionale, come del resto è accaduto in altre epoche in campo nazionale per la riconversione e la ristrutturazione. Insomma, senza drammatizzare, è importante essere preparati ai diversi livelli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA