Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Le modifiche che servono per salvare il Superbonus

di Angelo De Mattia
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Lunedì 13 Giugno 2022, 01:00

In questa settimana è del tutto lecito che i cittadini si attendano un’indicazione, da parte del governo, sul Superbonus 110 per cento, anche in relazione agli emendamenti al decreto Aiuti in sede di conversione. Che la politica dei bonus dovrà essere rivista, quanto meno razionalizzata, (...) non vi dovrebbe essere dubbio. Che il Superbonus si offra alle critiche, in particolare del premier Mario Draghi, con riferimento, soprattutto, alla mancanza di conflitto di interesse tra committente, opera edilizia e impresa incaricata, è altrettanto vero. Ma vanno, poi, indicati i sicuri progressi, dal punto di vista energetico e ambientale, dei lavori che il Superbonus incentiva e l’impulso sul Pil che ne consegue da parte del settore edilizio che, quando va bene, tout va nell’economia, secondo la famosa espressione francese.

D’altro canto, se, nonostante i rilievi, non si è voluto o avuta la forza politica di sopprimere l’innovazione né di significativamente ridimensionarla, innanzitutto per i prevalenti benefici, allora vi è una ragione in più perché se ne eviti un blocco. Quest’ultimo rischio si profila sia per l’esaurirsi dei previsti fondi pubblici - le coperture totali di bilancio ammontando, al 2036, a 33,3 miliardi circa a fronte di detrazioni fiscali attivabili per 33,7 miliardi - sia per il venir meno, per ora, della possibilità per diverse banche, che hanno raggiunto il limite dell’operazione, di compensare il pagamento delle imposte con i crediti di cui sono cessionarie da parte delle imprese. Secondo la Confederazione dell’artigianato, circa 33mila aziende rischierebbero, per l’incipiente blocco, una condizione di gravi difficoltà fino al fallimento.

Ciò si verifica, mentre l’avvio della normalizzazione della politica monetaria da parte della Bce, con l’inevitabile aumento dei tassi di riferimento, ma anche senza l’adozione purtroppo di un meccanismo necessario per evitare nell’Eurozona la frammentazione di tale politica e i riflessi sugli spread dei titoli pubblici, rende ancor più necessari i sostegni alla crescita della nostra economia, rivista al ribasso da Bankitalia (2,6 per cento nell’anno).

Non vi può essere, d’altro canto, contesa tra l’iniziativa del Superbonus e le auspicate misure sul cuneo fiscale, quest’ultima importante operazione non potendo fondarsi sull’indirizzare la prima su di un binario morto. Se del caso, vanno rafforzati gli interventi per prevenire illeciti ed elusioni nell’utilizzo del bonus in questione, ma devono essere adottate misure che, per esempio, possono riguardare una più lunga detenzione dei crediti da compensare, come pure l’ipotesi rappresentata a livello parlamentare dell’utilizzo dei crediti per acquistare titoli pubblici, in una fase in cui diventa cruciale il finanziamento del Tesoro. Non è facile, dal punto di vista tecnico-giuridico e di vigilanza bancaria, introdurre una tale facoltà, ma non si tratta di varare una “moneta fiscale”: vale la pena approfondire una tale opzione. In ogni caso, il problema va risolto anche perché non si debba dire “sero medicina paratur”, accusando i ritardi del metaforico medico nella somministrazione della cura.

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