Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Il ruolo di Bruxelles / Il nuovo Pnrr, rampa di lancio per la ripartenza

di Angelo De Mattia
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Venerdì 9 Dicembre 2022, 23:57

La prova regina che il governo si accinge ad affrontare, mentre è per di più impegnato nel varo non facile della legge di Bilancio, riguarda l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che, entro questo mese, prevede 55 tra target e milestone da conseguire per ottenere l’ulteriore tranche di 21 miliardi. E’ una prova che, pur avendo l’esecutivo ereditato sul finire del semestre la parte prevalente degli impegni - da assolvere però nell’intera seconda parte dell’anno - costituirà, forse più della legge di Bilancio, la vera carta d’identità della maggioranza uscita dalle urne. Venerdì prossimo è stata fissata la riunione della cabina di regia del governo per fare il punto sullo stato di avanzamento del Piano, dopo che alla forte sottolineatura da parte del Capo dello Stato della necessità di onorarne gli impegni anche come fattore di coesione tra le diverse aree del Paese, è seguita un’apertura della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sulla modificabilità del Piano stesso.
E’ un dato di fatto che, in un contesto economico e geopolitico che si inizia a definire con il neologismo di “permacrisi” per sottolinearne la durata non breve e lasciarne intendere la durezza con il rischio della stagflazione, i costi, rispetto agli originari progetti, abbiano subìto un’impennata, ben oltre il 30 per cento. Occorre prenderne atto, insieme con la Commissione Ue, e agire di conseguenza, senza tuttavia ridurre il numero degli stessi progetti, operando invece sulle priorità, sulla riconducibilità di alcuni di essi al piano RepowerEu, che dispone di oltre 200 miliardi, e valutando quali delle iniziative in questione possano essere affrontate, per esempio, ricorrendo al project financing, sulla base di un programma di stretto raccordo con il Pnrr. Poteva essere prevista l’evoluzione dei costi in relazione agli sviluppi della crisi e, in particolare, di quella energetica? Probabilmente sì. O, quantomeno, in parte. Ma ora non serve guardare al passato: “factum infectum fieri nequit”, recita un antico brocardo, non si può modificare il passato, sicché ancor maggiore diventa la responsabilità dell’esecutivo.

La mole del lavoro da compiere, però, richiama immediatamente il tema delle procedure, dei tempi di realizzazione e della governance. Anche se si hanno notizie da associazioni di studio e categoriali di un risveglio degli appalti, la citata cabina di regia dovrà valutare attentamente i profili degli adempimenti e delle decisioni ai vari livelli. Sarebbe troppo pensare a una struttura che mimi la Tennesee Valley Authority, istituita negli Stati Uniti durante il periodo del New Deal di Roosevelt, con una molteplicità di compiti e, in particolare, come Agenzia di sviluppo economico del territorio. Ma l’esigenza di rapidità e tempestività, unita a quella della competenza (le celebri “teste d’uovo” dell’epoca rooseveltiana), va soddisfatta, sia pure senza demotivare gli addetti alla funzione pubblica. Allora occorrono misure straordinarie, dunque derogatorie - ivi comprese quelle relative ai tempi di aggiudicazione delle opere e del passaggio dalla fase progettuale al piano esecutivo - ma anche quelle riguardanti l’amministrazione. I controlli ex post andranno rafforzati. Ciò dovrebbe comportare la ineludibile revisione pure della governance del Piano che assicuri, per la parte di competenza, una organica visione interdisciplinare, ma anche una rapidità delle decisioni. A questo punto la palla passa all’Unione e, in particolare, alla Commissione che è chiamata a sostenere questa revisione che non incide sugli aspetti sostanziali del Pnrr. Ma la condizione che certamente verrà ribadita, e che si ritiene risponda pure al prioritario interesse del Paese, è la realizzazione delle riforme strutturali collegate al Pnrr a cominciare dalla concorrenza, dagli appalti e dal fisco. Su questo versante non potrebbero essere ammesse deroghe o dilazioni. Così il Piano diventa la leva per riformare pilastri fondamentali dell’economia e della società. Non si potrà sbagliare o temporeggiare. Naturalmente, tutto dipenderà dalla qualità della rivisitazione. Ma già entrare in questa logica, sarà un importante passo avanti.

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