Marco Allena*

Coronavirus, si può cambiare il rapporto Fisco-contribuente

di Marco Allena*
3 Minuti di Lettura
Martedì 9 Giugno 2020, 09:28
Abbiamo assistito in questi mesi a una vera e propria alluvione normativa, quale conseguenza non l'unica, va da sé della pandemia.

Tra le infinite tematiche toccate dai cosiddetti decreti Covid che si sono succeduti dai primi di marzo a oggi, e che non accennano a terminare (con numerosi accavallamenti tra conversione di decreti in scadenza ed emanazione di decreti nuovi) un posto di sicuro rilievo spetta a quella fiscale.

Che si trattasse di prorogare termini di pagamento di imposte, rinviare scadenze varie, sospendere termini procedimentali e processuali, introdurre crediti d'imposta, consentire nuove detrazioni o deduzioni, in ogni caso la materia tributaria l'ha fatta e continua a farla da protagonista anche nella pandemia.

Con il seminario di oggi all'Università Cattolica, campus di Piacenza, proveremo a fare il punto sullo stato delle misure fiscali a oggi introdotte, in vista di quelle future e con uno sguardo al sistema nel suo complesso.

L'evento vedrà la partecipazione di Ernesto Maria Ruffini, Direttore Generale dell'Agenzia delle Entrate. Con lui, oltre alla Preside della Facoltà, Anna Maria Fellegara, interverranno i responsabili tax a livello mondiale di Ferrero, Barilla e Luxottica, numerosi docenti universitari (tra gli altri, Marco Miccinesi, Thomas Tassani, Guglielmo Maisto), professionisti e autorevoli opinionisti della stampa specializzata.

È evidente che la contingenza sanitaria ed economica in questo momento abbia la prevalenza su ogni altro ordine di considerazioni, soprattutto per quel che concerne gli interventi fiscali di tipo immediato, che siano cioè di ausilio a questa o a quella categoria.

Ma è altrettanto evidente che occorre sin da subito una attenta riconsiderazione dei profili più generali dell'ordinamento tributario, che già prima di questa fase non brillava sicuramente per sistematicità e ragionevolezza.

La pandemia, meglio, la ricostruzione post pandemia potrebbe essere veramente l'occasione per inaugurare una stagione di riforme, vere e strutturali, anche in campo fiscale.

Vediamo sinteticamente alcune delle linee che in proposito si possono sin d'ora immaginare.
Innanzitutto, un nuovo rapporto Fisco contribuente, al quale l'utilizzo delle nuove tecnologie ha aperto frontiere prima impensabili: la crisi ha dimostrato che quanto sembrava irrealizzabile in realtà è possibile, e questo semplificherà enormemente anche in futuro le relazioni tra le due parti del rapporto (basti pensare ai contraddittori via video, alle varie tipologie di istanze accettate anche via email, a tutte le semplificazioni imposte dalla pandemia e sulle quali non si tornerà più indietro).

In secondo luogo, vi è stata con la pandemia una spinta forse finalmente decisiva ai pagamenti elettronici, o comunque in maniera tracciata, che restano un mezzo imprescindibile nella lotta all'evasione fiscale, e che pare ora entrino nel costume degli italiani: occorre che il sistema ne prenda atto, e accompagni in maniera formale quanto si va diffondendo nella sostanza.

Infine, in questi mesi abbiamo assistito in via generale alla presa di coscienza, si spera definitivamente, della non rinviabilità di una serie di interventi che diano l'accelerata decisiva all'economia circolare e sostenibile: e anche a questo proposito si dovrà intervenire mediante misure fiscali non minute ed episodiche, ma veramente di sistema. Questo dal punto di vista generale è probabilmente il tema più delicato, sul quale si giocherà la crescita dei prossimi anni e l'immagine del Paese. Non è pensabile che una buona parte delle ingenti risorse che perverranno nei prossimi mesi mediante i vari interventi europei (a vario titolo) non venga impiegata su questo versante. E a questo proposito la leva fiscale sarà decisiva.

* Professore associato di Diritto tributario, Università Cattolica del Sacro Cuore, facoltà di Economia e Giurisprudenza, campus di Piacenza
© RIPRODUZIONE RISERVATA